SCRIPTA MANENT - 06/10/2011

IPE: Istituto Pagamento Errori

ERRE.

Ci vorrebbe proprio, una cosa così. Una sorta di banca, di ufficio, di centro pubblico… insomma, un luogo dove vai quando hai sbagliato per pagare per i tuoi errori. Detto così potrebbe sembrare un’idea molto cattolica, ma nulla è più lontano da me! Non parlo di girare due volte il rosario per essere assolti, ma di pagare veramente, in qualche modo.

Vai lì, riempi un mucchio di carte, controllano se sei idoneo, poi t’iscrivi, paghi una cifra simbolica (per saldare la tua volontà e responsabilizzare le tue azioni) e poi si potrebbe fare una sorta di processo che decida la gravità del tuo sbaglio anche secondo i vari danni (fisici o morali) arrecati ad altre persone. Ci sarebbe un giudice (ovviamente giusto e incorruttibile) a pronunciare la sentenza, e dopodiché all’accusato non resterebbe altro che andare lì, un giorno, due giorni, insomma il necessario, “pagare” e poi basta. Basta. Niente più tornare indietro a rinfacciargli certi errori. Questo, trovandosi ri-accusato, potrebbe prontamente mostrare il suo certificato di pagamento errori e zittire tutti. Magari farebbe pure una bella figura, mostrando d’aver avuto le palle di affrontarli, i suoi errori, e le loro conseguenze. Magari ci sarebbe pure un “ooh” di stupore e d’apprezzamento tra chi stava cercando di smerdarlo. Sì perché pagare in questo istituto non è facile. Anzi, è molto doloroso. Com’è giusto che sia. Doloroso ma limitato in un tempo X. Doloroso ma risolutivo.

Parliamoci chiaro, io non ho ancora conosciuto una persona che può dire di non aver fatto una fila interminabile di cazzate (piccole e grandi) dal loro primo giorno di vita.

Poi ci sono i momenti della vita in cui uno sta male, non è lucido, e lì sbagli ancora di più. Certo, sempre colpa tua è, anche se tu sentivi di “non esserci”. Appunto! Proprio perché non riesci a capacitarti di come cavolo ti possa essere venuto in mente di fare certi errori, perché non rivolgersi all’IPE? Paghi, risolvi e non ci pensi più. Niente vita passata a farsi domande e a tormentarsi. Ti rimane l’esperienza, ti rimane il ricordo del dolore, il pentimento e quant’altro, ma sarà tutto legato al pas-sa-to.
Poi ci sono i momenti in cui uno è nuovo a certe cose, e provando a cavarsela fa dei macelli tipo eliminare tutti i contatti dei clienti del capo perché non ha ancora capito come funziona il software del nuovo ufficio. Ecco. Per esempio.

Insomma le occasioni sono tante. Però uno magari passa anche del tempo a spaccarsi la schiena per migliorare, per imparare, per capire, per crescere e diventare una persona migliore, meno propensa a sbagliare. E che accade? Che rimani segnato dalle cazzate che hai fatto. Giusto. Giusto? Secondo me no. Qui però non parlo di essere assolti gratuitamente. Deve esserci un trattamento che soddisfi anche la parte lesa. E deve essere efficace, perché poi BASTA. Ognuno ha avuto il suo e si può passare avanti.

Ecco, ora che ho avuto questa grand’idea, che qualcuno con i mezzi, i contatti e i soldi la metta in atto!