SCRIPTA MANENT - 19/11/2010

Che fa un RDJ in radio? Parla!

DI CIRO

Nella trasmissione di ieri (17/11) è stato tuo ospite Silvio Piccinno, storica voce radiofonica e si parlava di questo mestiere. Oggi poi ho ascoltato il tuo “sfogo” stile compianto Mazzullo dopo gli sms di alcuni ascoltatori che blateravano circa la tua verve chiacchiericcia “ma un po’ de musica no, eh?”. Ma che fa un RDJ in radio? Parla! Infatti, mi-domando-e-dico-insieme-a-te: “séntite la musica che voj pé conto tuo che poi è pure quella che te piace e nun ce rompe li cojomberi!!!” Ti accusavano, come al solito, gli ex ascoltatori da oggi che han promesso di non farlo più (seeeh, dicono tutti così), di essere qualunquista e affrettato nei giudizi, superficiale quando esprimi le tue opinioni e affermi con coraggio la tua su temi sociali, di costume, politici e... su Berlusconi! (ma sì! che tanto ormai è come il prezzemolo della vita italiana: sappiamo che il responsabile di tutti i mali è il Cavaliere! Infatti mentre scrivo ora piove e la colpa è sua!) Allora, giacché tu sei il “muso ispiratore” (bello eh?!) delle mie riflessioni, per dirla alla Gaber, “sparo il mio personalissimo giudizio universale” sui RDJ e ascoltatori di RDJ. Non che ne avessi bisogno, car’Emilio, ma tant’è… Dunque.

Parolacce da evitare: democrazia, rispetto per gli altri, comunista, Berlusconismo, dietrologia, complottismo, valori, la questione morale, ideologia, questioni di principio, coerenza, giornalismo indipendente, statalizzare, servizi pubblici, musica commerciale, impresa pubblica e sociale, massmedia e pubblicità, professionalità senza badare al guadagno: potrei continuare ma non voglio annoiare…

Luoghi comuni, proverbi ed ovvietà che è bene non dimenticare: parlare se personalmente documentati sull’argomento e davvero interessati; ascoltare prima di rispondere; sentire le famose “due campane”; non fidarsi dei sentito dire; parlare se richiesto il nostro parere, in tal caso si viene ascoltati di più; non moltiplicare le parole, in tal caso si viene ascoltati di meno; alleggerire temi pesanti con battute di spirito senza prendersi troppo sul serio ovvero sentirsi depositari unici della verità; cercare di essere chiari e farsi capire senza usare un linguaggio forbito (come ora adesso io con il termine forbito!!!); farsi serio con chi è troppo frivolo e farsi frivolo con chi è troppo serio; mettersi nei panni degli altri prima di sparar giudizi: potrei continuare ma non voglio annoiare…

Consigli da non seguire: 1) intrattenere su argomenti a sfondo erotico (è materia appiccicaticcia come la pece e poi cela una malizia innata ed esplosiva); 2) mandare in onda commenti infarciti oltremodo e oltremisura di parolacce e oscenità (topazio è davvero scurrile!) perché oggi è “in” e “non c’è problema…”. Spero mi crederai, car’Emilio, quando dico che non sono sessuofobo dal facile scandalo: alla “sogliola” dei 50 an(.)i ne so più di tanti fighetti che a trent’anni fanno gli ideologi e libertini dei miei stivali (come il gatto). Io sono un e(U)ter(E)o tradizionale abbastanza da non pubblicizzare la mia attività sessuale perché questo è un affare (C.R.P.) privato, e la fedeltà e il pudore non è da cretini ma da persone che ripongono fiducia e affetto nell’altro. Sul secondo punto, caro il miolEi (Emilio anal-grammato), è per sole ragioni di opportunità che mi auguro una maggiore... sobrietà, non volendo rinunciare la mattina ad ascoltarti in presenza di moglie (che non gradisce) e figli dopo il rituale assolo di chitarra della tua sigla… Una mattina m’hai letto “Elogio della fica”! Ma Signor Pappagallo, Signor Pappagallo… lei così mi si attapira! Totò e Sordi facevano ridere con eleganza e garbo senza scendere di tono. E Zavoli, Biagi? Queste qualità sempre predispongono favorevolmente l’uditorio, l’auditorium, l’udito, il dito (verso e non dico da infilare dove)! Straparlo. Sì.

Insomma: riassunto: sono un ascoltatore storico: ti prego non mi sfoltire: voglio ancora sentire buona musica (il pianoforte di Cacciapaglia, Dente, Beethoven-Battisti-Beker: che tromba! C.R.P.). E poi l’AS Roma, Valentino Rossi, Alonso e la Ferrari, pranzi senza verdure (qui sono ruffiano!), la carbonara, il microfono fa le bizze, il mixer fa le pizze, c'è un fastidioso ritorno in cuffia, poveri statali, che brutto il mal di schiena, più tempo a disposizione, animare l’anima, fare gli spiritosi con battute di spirito per lo spirito attraverso lo spirito: Amen! CI.a.RO.