SCRIPTA MANENT - 24/11/2006

Con lei

DI FABRIZIO DE LUCA

Finalmente è venerdì sera…l’ho trovata e sono solo con lei!
Sono andato a prenderla davanti al solito muretto del caseggiato di cemento…dove al confine del mio vecchio periferico quartiere un lungo serpentone di cemento ha da anni ha preso il posto dei filari di alberi e dei campetti, in cui da bambino , giocavo sognando di essere un indiano armato di cannucce e cerbottane ; quante battaglie dalla mattina alla sera con tutti i miei amici. I miei amici, passando ogni volta vicino ai luoghi che mi ricordano l’infanzia , non riesco a non pensare anche a tutti i ragazzi che non ce l’hanno fatta, che per un motivo o per un altro non ci sono più; una lunghissima lista di nomi e di volti sbiaditi dal tempo mi si para davanti:
Robertino…se non sbaglio è stato il primo a volare in cielo… epatite virale, poi è stato il turno a poca distanza di Enzo e Massimetto…ambedue stroncati da un overdose di eroina…girando la prima curva a sinistra dopo il violone dei palazzoni…nel luogo in cui , ancora per poco, la campagna romana sembra ancora baciare la città e nascondere le sue nefandezze di cemento, cè il palo di cemento su cui , a folle velocità alle quattro di mattina , a centotrenta si è schiantata la Suzuki di Fabio…Fabio già, poveraccio, è ancora vivo ma costretto a vita sulla sedia a rotelle; quella notte maledetta l’alcool gli ha illuso di poter cavalcare il vento come all’interno di un autodromo, pensava di essere una divinità…invece su quell’asfalto traditore e bagnato ha lasciato il suo midollo spinale e la vita del suo migliore amico….già, ricordo bene i suoi pianti alla notizia che nella stanza a fianco alla sua Nico aveva smesso di combattere e si era lasciato andare ….nell’oblio prima del coma e poi della morte!!!
Chissà quanti altri sono arrivati prima al capolinea della loro esistenza, qui in periferia, andando ignari incontro , chi timoroso chi gonfio di baldanza, con una dose eccessiva…con un incidente oppure con un virus infame come l’AIDS…un virus che ti succhia la vita …tua e delle persone più care…con cui hai condiviso tutto ciò che per te contava di più in quel momento….la felicità, il sesso…il flash di uno schizzo di eroina!
Ma io ce l’ho fatta….sono fuori da questo mondo…Guardo lei che è accanto a me…quasi buttata sul sedile a fianco al mio. Finalmente ho preso la decisione più giusta, quella di cambiare vita , cambiare amici…cambiare l’amore…quell’amore che purtroppo non ha futuro e stava consumando la mia carne, la mia mente …il mio spirito. Sono con lei…ma so già che sarà l’ultima volta in vita mia che la vedrò…il silenzio scandisce i battiti calmi del motore che sembrano fare da contro canto al mio respiro affannato e desideroso di Lei…di lei, il desiderio di restare solo con la compagna di tanti anni di solitudine mi spaventa e mi eccita allo stesso tempo. Ma con lei sarà , questa sera ..questa notte d’estate l’ultima volta.
A casa cè Elisabetta che mi aspetta..una ragazza dolcissima, ah fosse arrivata prima ad abitare nel mio quartiere…se solo il fato l’avesse messa per tempo sulla mia strada quante disgrazie e quanti dolori mi sarei potuto risparmiare! Ma adesso Elisabetta si prenderà cura di me, con i suoi baci…con le sue carezze con il suo corpo acerbo e volubile al tempo stesso…mi donerà tutte le emozioni che desidero…!!! Ma lascio lei, la guardo e so che sarà l’ultima volta, un sorriso tra il soddisfatto e il malinconico accarezza il mio volto…mentre giro a destar in fondo la discesa che mi porta verso la minuscola stazione del trenino urbano, al parcheggio…per cercare nella calura estiva un poco di calma e intimità, per l’ultima volta con lei. Smetto non solo per me…per un rapporto che mi sta divorando il corpo e lo spirito ma per la mia piccola Elisabetta…per il suo amore , per i suoi occhi… adesso anche grazie all’interessamento di suo padre ho un lavoro serio…un lavoro onesto, certo non diventerò ricco facendo il commesso in quel negozio di elettronica e computer… ma con la mia capacità e un poco di impegno chissà, magari potrei imparare a riparare quei macchinari….sicuramente non dovrò più andare a cercare ogni settimana dei lavoretti più o meno onesti tutte le settimane…o addirittura a rubacchiare a destra e a manca per svoltare il lunario.
Sono fermo finalmente…sotto al grande e alto lampione al centro del piazzale del parcheggio a quest’ora è quasi deserto , ormai con questo caldo sono tutti in vacanza e questo treno, ormai, lo prendono in pochi….a venti o trenta metri dalla mia auto ce una vecchia utilitaria in cui due pischelli amoreggiano….non vorrei dar loro fastidio…riavvio il motore e mi vado a sistemare proprio sotto le fresche fronde del salice…quello che sta alla fine della piazzola …nel punto in cui l’asfalto caldo e mangiucchiato dal tempo lascia il posto alla polvere di uno sterrato che si inerpica per i campi , fino a salire su verso i palazzoni grigi e tetri della Serpentara. Lei sta li sul sedile mentre la guardo in silenzio…non dico nulla prima di consumare il nostro ultimo incontro…apro i finestrini…anche quelli di dietro…mi faccio accarezzare il volto sudato e ansimante dalla venticello estivo che mi ricorda un perso giovanile ponentino…mi tasto il polso…salgo con le dita che tremanti il braccio fino all’altezza del gomito…sempre in silenzio, sempre guardando per l’ultima volta lei…prendo dal cassettino il laccio di gomma e con un movimento rapido lo stringo intorno al braccio…la prendo…prendo lei , tra il malinconico e l’eccitato e seguendo un rituale ormai decennale… la mescolo con una fialetta di acqua distillata , prima di aspirarla nella siringa. La guardo …per l’ultima volta…si l’ultimo buco schifoso e poi la lascerò per sempre questa droga maledetta…per amore di Elisa e per amor proprio…per non consumarmi ….per non lasciarmi andare via prima del tempo….Spingo nella vena martoriata da tantissime iniezioni, la mia ultima dose….un calore improvviso sale su …fino alla mia testa…è un flash…u a botta fortissima…che cosa mi succede? La mia testa sembra di gomma, le mia spalle stanno cadendo all’indietro ho tantissimo caldo…no adesso ho freddo …ho freddo…lo sportello devo uscire, chiedere aiuto si…la coppietta nella Uno…<>.

Sono Le sette di mattina quando un pensionato a passeggio con il cane vede la vecchia auto nera con lo sportello aperto e il povero Francesco disteso a bocconi, appena fuori dell’auto….il volto tumefatto , un grumo di schiuma che esce dalle sue labbra stette dalla morsa della morte…la siringa ancora appesa al braccio , di tanto in tanto ciondola sospinta dal vento come un silenzioso campanello…il cane abbaia ….il pensionato si avvicina…<< è morto…questo bastardo è morto…guarda qui Fuffi, un altro tossico di merda è morto…ora il nostro quartiere sarà un po più sicuro….blah!!>> …e se ne va …telefonando al 113, non prima di aver sputato su quei miseri resti , con tutta la rabbia ed il rancore di chi è già morto dentro.
Francesco e lì…i lunghi e biondi capelli mossi da un alito di vento…i laccio sul braccio….steso tra lo sterrato e l’asfalto…i piedi ancora nell’auto …e gli occhi orrendamente sbarrati …nella visione dell’ultima immagine prima della morte….quella dell’ultimo incontro non solo con lei…ma anche con la vita.

Fabrizio De Luca (Ciampicone) - 3 luglio 2005