SCRIPTA MANENT - 07/08/2009

I L.D.M. (liberi di mente)

DI CIRO

Il mondo è costituito da persone “libere di mente” (LDM) in opposizione ai M(malati)DM. No per carità! Non parlo di soggetti con turbe psichiche, ma semplicemente di coloro che non rientrono nella prima categoria. Gente insomma che agisce “libera-mente” (mi si passi l’ovvia assonanza). A pennellate sparse, così come son tanti e sparsi gli episodi della nostra vita, mi “divertirò” a elencare le caratteristiche degli uni e degli altri. Infatti è curioso sapere che il termine “mente” è quella parte del discorso che in analisi logica rende i verbi (i gesti, le azioni) avverbi, dando cioè un connotato e una qualità agli stessi (veramente, fortemente, velocemente, malignamente, dolcemente) e così via… A ben vedere il suffisso “mente” sembra messo apposta lì per governare modi, tempi e qualità di ogni attività umana… (ma non è una lode al razionalismo). L’etimo della parola “mente” deriva da misurare: in sostanza è lo strumento che ciascuno di noi ha per ponderare causa ed effetto di ogni azione, propria e altrui. E’ anche definita la facoltà maggiore dell’anima. In riferimento poi alla libertà, alcuni sarcastici commentatori han notato che il PD è il PDL senza la “L” di libertà! Bel motto non c’è che dire: una trovata elettorale! Mi piace ricordare il commento – da parte dell’antica sapienza di Israele - della sacra scrittura nella parte che riguarda il Genesi. Dopo la creazione – ancor prima di “formare” Adamo ed Eva - Dio creò la libertà, cioè la possibilità del pentimento, del “ritorno” a Lui nonostante il peccato originale. Comunque sta all’uomo decidere il suo destino e finanche negarsi a Dio stesso (libero arbitrio). Questo per dire che Dio non è il grande burattinaio che ci manovra e decide al posto nostro, la sua onnipotenza si ferma davanti alla nostra libertà! E’ talmente discreto che pare non ci sia!
Comincerei col dire che il LDM condanna il gesto ma non chi l’ha fatto, così come perdona la persona che l’ha compiuto ma non il fatto in sé. Non è convinto di qualcosa perché è un concetto dominante od opinione dei più, sa che la verità (o la sua verità) non è un fatto statistico o matematico, ma di coscienza. Dice quel che pensa e cerca di agire di conseguenza, mentre oggi più che mai avviene il contrario, in una sorta di costante autogiustificazione. Non conta se davvero son convinto, ma se il professare tale opinione non mi crei disagi, problemi con chi mi sta attorno, e soprattutto mi convenga. Il LDM non si preoccupa di piacere agli altri, lo fa sì, ma solo dopo di piacere a sé, non per narcisismo, ma per rispetto a sé stesso. Perché non dover ingraziarsi qualcuno oppure esercitare un minimo di coerenza, quando si persegue un obiettivo, gli offre una considerevole forza e libertà. Il LDM non ama le adulazioni e i complimenti, li teme, perché sa che possono “condizionarlo”, “confonderlo” non gli permettono di agire come vuole. Il LDM scherza sulla cose serie e si fa serio per le cose stupide, perché le cose dette con ironia hanno maggior efficacia di tanti seriosi proclami e recano in sé un potere rivoluzionario e di critica politica verso le istituzioni. Il LDM piange quando tutti ridono e ride quando tutti piangono, non per una strana manìa, ma per la sensibilità che ha di carpire quanto si cela dietro i drammi umani, al di sopra, perché non c’è niente di più difficile che giudicare una persona, prima, e ciò che ha compiuto, poi. Non è dato di sapere la molla profonda che ha spinto quell’uomo a quel gesto che a noi appare assurdo, forse noi nelle stesse condizioni e con la stessa storia avremmo fatto uguale o peggio! Il LDM non usa frasi tipo: “fatti gli affari tuoi!”; “io la penso così tu fa come ti pare”; “è così e basta!” ma al contrario pur accettando di non aver tanti consensi, e magari di esser offeso e tacciato di qualunquismo o di spirito reazionario, sempre motiva e argomenta le sue posizioni. Ciascuno può avere i suoi valori e perseguirli, ma li deve motivare se è interessato al confronto, altrimenti si lancia per partito preso, un stolto che non ascolta. Il LDM legge i giornali che hanno ideali opposti ai suoi, frequenta persone ben diverse da lui, non sceglie gli amici in base all’età, al sesso, al conto in banca, alla politica, alla fede religiosa, ma anzi da questi diversi aspetti è attirato perché sa che può arricchirsene, non perde nulla, non ne è impoverito. Il LDM non guarda alla persona che dice una cosa ma la bontà della cosa medesima, cioè osserva se quanto va asserendo sia vero, buono, giusto, legittimo, al di fuori di ogni appartenenza. Infatti è pur vero che uno cattivo possa fare o dire cose buone (magari occasionalmente!) e viceversa… L’azione buona è sempre buona pur se compiuta dal peggior delinquente. Il LDM non condanna gli altri dicendo “questo non lo farei mai!”, è prudente, perché nessuno conosce il domani e gli eventi drammatici cambiano il cuore dell’uomo e lo spingono a gesti che mai avrebbe immaginato di poter compiere. Un po’ di saggezza e semplicità lo convincono a dire: “ a me non è accaduto, è un pover uomo, ma comprendo il suo gesto!” Il destino ci vaglia e mette alla prova i nostri autoproclami di supposte virtù: le porte dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni. Il LDM, se non sa una cosa o non conosce a fondo una materia o un argomento, non parla tanto per parlare, ma riconosce serenamente che non si pronuncia non per codardia ma semplicemente perché non ha gli elementi di valutazione: di ciò non se ne fa un cruccio, anzi è spinto a documentarsi. Lascia parlare a chi ne sa più di lui, senza significare una totale adesione. La realtà e così composita e il mondo così grande che davvero è una superbia pensare di capire tutto, di non sbagliare mai, di poter mettere il naso sempre e comunque in ogni argomento.
Il LDM fa parlare tutti ma vuole essere udito, ascolta tutti ma si fa una propria opinione, sa che in ogni persona c’è del marcio e del buono, e che a volte è dai modi cortesi che si ricava dal prossimo il meglio. Sa anche assumersi responsabilità circa le sue scelte di vita, le sue opinioni, ne risponde in prima persona. Ammira sinceramente – seppur si riconosce di altra fattura – coloro che mettono anima e corpo in un’impresa in cui credono davvero. Il LDM è spiritoso, cioè uomo di spirito, perché la vita è triste se tu sei triste, e la vita è fatta di piaceri moderati (torna la “misura” della mente…). Il LDM può avere le sue abitudini, ma gode della bellezza, del cibo, dell’arte, dell’amore (in tutti i sensi) e di molte altre cose ancora. Non disdegna il corpo perché non è un angelo, e non disdegna lo spirito perché sa di non esser solo un pezzo di carne istintiva, una carne pensante, parafrasando il grande Pascal. Non è né angelo né diavolo, piuttosto entrambe le cose! Ma non a caso: ma a seconda degli eventi! Perché son stati i filosofici greci dell’antichità a rifilarci la fregatura della dicotomia (scusate, frattura, insanabile contrasto) tra psiche e soma, tra spirito e corpo: sono un’inscindibile realtà!!! Il credente sa che Gesù Cristo, cioè Dio stesso, incarnandosi ha dato la più grande dignità alla corporeità dell’uomo! Ripeto non siamo angeli o eterei fantasmi, oppure (con rispetto per la religione buddista) persone che cercano il superamento dei bisogni e dei piaceri umani per raggiungere uno stato mentale paradisiaco (nirvana). Ragazzi è l’esatto contrario! Questo corpo ce l’abbiamo per goderne! Certo non per farne una idolatria o peggio in balìa di sfrenate incontrollate passioni… Piuttosto è lo strumento che la mente (l’anima) ha per esser felice, realizzare i propri sogni, che poi son desideri (lo cantava pure Cenerentola!). Conosco una persona, poco in verità, fa il DJ in una radio, ma ci scommetterei quanto mi è di più caro (con rispetto parlando) che lui sì, lui è uno L.D.M.