SCRIPTA MANENT - 02/05/2008

Sotto la linea della Vita

DI DUKE63

Siamo Gi? metro sotto la
linea della Vita.
E? sospensione.
E? solo attesa.
Siamo vivi, ma questa
ÐPn?offesa alla vita.

Sarebbe un?offesa a chi in questo momento vive
una vera vita.
In questo momento. Ora. Qui. Siamo Gi?tto la linea
della Vita
Sono mesi che il sole non sorge all?orizzonte. Sono mesi di
gelo e buio, mesi di corpi martoriati e congelati.
E? in questo buio
che ci muoviamo, che staniamo e siamo a nostra volta stanati. In un
continuo altalenarsi di equilibri. E di ...Massacri.

Con il tempo, in
tutto questo tempo, ho capito che il vero ed unico equilibrio ÐMuesta
guerra. E? una conflitto che nessuno sa, ma che continua da anni, tra
morti vinti e vincitori. Questo e? l?equilibrio.
E? l?unica stabilit༯DIV>
che conosciamo, e che sistematicamente, appena cominciamo a sentire
vacillare il nostro motivo d?essere, andiamo a ricercare.
Sangue
rappreso, neve rossa e un vento che ti arriva diritto al cervello.
Costantemente.
Ora sono qui, immerso in un mare di neve rossa, di?..
Dio mio, di poltiglia ematica, gelata, e nella mente ?quel discorso? di
anni fa, il sermone di un folle, fomentato da folle, folle a loro volta
fomentate da un folle.

Quel fanatico instabile, ci port򠡠credere di
potere prevalere, di potere stabilire un equilibrio unico e totale.
Quel folle che ci condusse fieri ed a testa alta, in questo incubo di
ghiaccio e buio, dove la paura ÐBedele compagna, e la prospettiva
della morte, e? costante come ogni respiro.

Fu lui, che disse ? una
guerra inevitabile, giusta, l?ultima, veloce, non cruenta??

Stanno
portando i compagni massacrati, ora, adesso.

Urla che grondano
tristezza, e voglia di luce e sole, in questa soffocante oscuritଠche
no ti da riferimenti, che non ti da speranze.

Ti porta a gridare,
occhi fuori dai bulbi, a correre come un invasato tra neve rossa e
ghiaccio. E il vento, come lama gelida, ti sferza e ti conduce ad
impazzire definitivamente?.
Li lasciamo andare, li lasciamo li, inutili
i tentativi di riportarli all?ordine. Rimangono li, non molto distanti,
a morire lentamente. E noi ci guardiamo e ci diciamo che siamo ancora
vivi.

Ma non si pu򠣨iamarla vita. Siamo Gi?n oltre sotto la
linea della Vita.
Ho il dubbio atroce che questa nostra vecchia terra,
sia solo l?inferno di una altro pianeta.

Nei momenti di massimo
sconforto, dove la fame e il gelo ti fermano e ti lasciano spossato,
pensi con dolcezza al piacere di un?esplosione, al suo bagliore, al
caldo che ti avvolge, alla fine veloce di tutto.
Anche il fungo
radioattivo sarebbe benedizione. Per tutti.

Si arriva a sognarle nei
nostri incubi, costantemente.
Fine immediata, fine di tutto, ma almeno
fine.

Apri gli occhi, ancora speranzoso, e in pochi secondi ti
riavvolge il buio vero, e l?incubo continua.
Non ci sono bombe, non c?
e? pi?la da centinaia di anni ormai.

Mi chiamano, comincia il mio
turno di guardia. Vado a prendere le armi.
Le nostre nuove armi di
ultima generazione. Le mie armi.
Una clava chiodata ed un bastone.
E
pietre, nel peggiore dei casi, come ultima risorsa.

Vado.
Spero di
non tornare.