SCRIPTA MANENT - 20/11/2006

Una stella di sangue

DI FABRIZIO DE LUCA (CIAMPICONE)

Per terra…cosa è successo? Strano …sto guardando il sole e le nuvole. I raggi sembrano lunghe braccia che mi vogliono prendere. Il riflesso mi acceca, gli occhi mi fanno male. Ma quanti anni erano che non mi fermavo a faccia in su ad osservare il cielo primaverile di Roma? Mi ricordo quando caddi dall’altalena. Dove stavo, a Villa Ada forse…? Che caduta e che botta alla schiena anche quella volta. Una sgradevole e dolorosa sensazione di mancanza del respiro, di fame d’aria. Allora come adesso lo stesso cielo azzurro a lenirmi il dolore. Oppure un’altra volta mi fermai supino ad osservare le nuvole…quanti anni avevo…quindici o quattordici? Si, forse, perché ancora non avevo iniziato a fare politica ed io sono entrato la prima volta in sezione nel giorno del mio sedicesimo compleanno.
Che dolore lancinante, perché mi brucia così forte il petto?
Ricordo perfettamente stavo a faccia in su tra le margherite dei prati che costeggiano via della Bufalotta, Alessia mi guardava teneramente accarezzandomi il viso con le dita, mentre giocavo a fare l’uomo.
Corrono, oggi, queste nuvolette…corrono troppo…c’è vento? Qual è il motivo di tutta questa fretta?
Perché non sento le voci di tutte queste persone che mi guardano, bensì solamente un fastidioso vocio di sottofondo? Mi fischiano le orecchie…mi fanno male. Voglio portarmi le mani alle orecchie per tapparmele ma non ci riesco.
Sarà stato il trauma per la forte caduta, mi manca il respiro. Adesso che ci penso è successo anche il mese scorso , quando Nico mi ha falciato in piena area di rigore. Ero felice per quel calcio di rigore che ci poteva far vincere la partita, ma non potevo ne parlare , ne tanto meno esultare perché la botta all’osso sacro mi aveva , anche quella volta, lasciato per qualche secondo a terra senza fiato, con gli amici che riuniti in capannello mi prendevano in giro.
Ma oggi chi mi ha gettato in terra? Il fischio che ho nelle orecchie non si attenua, è come se mi fosse esploso un petardo vicino al volto!
Ma guarda la gente…è tanta…ohi ma che fate? Ma siete diventati tutti imbecilli? Nessuno mi aiuta ad alzarmi, ho sete …datemi un bicchiere d’acqua, sono certo che con un poco d’acqua mi sentirei meglio…ma qualcuno mi sente? Non riesco neppure io…a sentire la mia voce!
Ma escono parole dalla mia bocca? Sentite anche voi questo fischio terribile e lancinante? Che buffo…il fischio si è trasformato nell’urlo di una sirena, come il gemito di un’ambulanza che sfreccia nel traffico. Ma perché nessuno mi tira su e tutti si limitano a guardarmi?
Fatemi muovere le braccia, non le sento più. Oh mio Dio…avrò le braccia rotte? Forse mi hanno investito? L’ambulanza che sento avvicinarsi sta venendo qui per me? No…mi sono sbagliato non la sento più, adesso.
Datevi da fare che devo tornare in sezione!
Anche oggi, dopo l’università, devo correre a prendere la scopa, il secchio, la colla e il rotolo con i soliti cento manifesti da attaccare sui muri del quartiere. Dobbiamo iniziare l’attacchinaggio per il candidato alle elezioni. Se verrà eletto ci ha promesso una nuova sede. Forse avremo una sede vera e propria , non questo fatiscente scantinato. Abbiamo anche capito quanto sia pericoloso. Infatti l’anno passato abbiamo subito un’aggressione degli ALTRI. Stavamo chiudendo il portone della sede quando una bottiglia molotov è volata sopra le nostre teste. E’ stato un miracolo che non sia esplosa. Solo un po di fumo, altrimenti avremmo seriamente rischiato la vita, in fondo a quella rampa di scale.
Dai fatemi alzare che ho i manifesti da caricare in macchina,e a pensarci bene devo finire di preparare quelli per la costruzione di una nuova palestra e ciclostilare i fogli per la petizione in favore di nuovi asili nido.
Nel nostro quartiere per i giovani c’è poco: la parrocchia, l’azione politica, con noi o con gli altri, oppure scegliere di passare la gioventù seduti su un muretto o davanti ad un bar, rischiando di essere risucchiati dal vortice della droga.
Un serio impegno politico, lottare con forza per i più deboli, per i diseredati…manifestare per un campo di calcio o contro lo stato che si dimentica dei problemi dei tossico dipendenti.
A pensarci bene sia noi che gli ALTRI passiamo la maggior parte del nostro tempo divisi tra il pianificare azioni gli uni contro gli altri e a cercare di dare aiuto e conforto dei più deboli, dei dimenticati, di coloro che vanno avanti tra mille difficoltà.
Allora perché ci affrontiamo, sempre più spesso, picchiandoci e prendendoci a catenate?
Sabato sera eravamo in tre , quando siamo piombati su due poveracci che avevano l’unica colpa di incollare sui muri del quartiere manifesti dell’ ALTRA parte politica…quei due erano ALTRI!
Ricordo il fendente che ho piazzato nello stomaco di uno di loro, il più alto, la sgradevole sensazione di umido che ti lascia tra le mani il fiotto di sangue che schizzava dallo stomaco di quel poveraccio, mentre estraevo la lama.
Ci avevano avvertito che LORO avevano invaso il nostro territorio, malgrado un paio di scazzottate, stavano continuando sia il loro volantinaggio che ad attaccare i manifesti in favore degli sfrattati del quartiere. Dovevamo dare un segnale forte, perentorio, una lezione. Mentre guardavo quel corpo piegarsi per il dolore , quella bocca spalancata e silenziosa, quegli occhi impauriti che mi fissavano con stupore e terrore, non potevo fare a meno di pensare che anche noi avevamo appoggiato la lotta contro il padrone ,di quel caseggiato di periferia, che voleva mettere in mezzo alla strada un centinaio di famiglie, tutti con figli minori e tutti con un basso reddito e modesto tenore di vita.
Lo osservavo inginocchiarsi e cadere su se stesso e intanto sentivo il coltello diventare bollente tra le mie mani. Scappai senza voltarmi , gettando l’arma dentro un chiusino.
Esposi le mie perplessità, ma fui rassicurato, in fondo avevo solamente colpito uno di LORO!
Ma per la prima volta, quegli occhi, quel volto esanime , quel corpo che si afflosciava su se stesso, mi era sembrato uno di noi….non un …ALTRO!
Per fortuna i giornali dicono che il giovane è fuori pericolo.
Perché ho freddo? Ho tanto freddo!Ma due occhi così stupiti…adesso ricordo, si ricordo come in una lenta moviola gli occhi prima freddi poi stupiti e commiserevoli dell’ALTRO, che poco fa mi si è parato contro! Mentre scendevo dalla mia fiat 500 , mi ha colpito, ho visto i suoi occhi come in uno specchio, quello della mia coscienza, era come se in quel momento io e l’ALTRO eravamo diventati identici nella nostra follia, che ci costringeva ad essere nemici da annientare e non avversari politici con cui confrontarci!
Poi sono caduto e l’altro è fuggito, senza voltarsi.Cosa hai fatto? Cosa hai fatto? Perché…?
Mamma, oh Mammia …chiamatela vi prego! Anche Papà… m,a gli ALTRI lo sanno che anche io ho una Mamma e un Papà che oggi e per sempre soffriranno?
Ora ricordo…il freddo brillare della sagoma scura…ricordo l’ALTRO che estrae una pistola da sotto al giacca e senza proferire una parola preme il grilletto. Un lampo, una stella brillante, un lampo accecante e poi quella fitta nel petto, tra le costole che mi ha rubato il respiro e mi ha gettato a terra. Ricordo che cadendo ho guardato il petto che mi bruciava di dolore e avevo visto nascere una stella color sangue.
Voglio baciare la mia Mamma, mi sento male, voglio farmi abbracciare da lei!Oh se ti avessi ascoltato, se invece di crescere in fretta e giocare a fare il miglioratore del mondo mi fossi fatto, come te dicevi, gli affari miei, se avessi pensato solo allo studio, al calcio…al negozio di papà…ti chiedo scusa…perdonami!
Tutti questi carabinieri chini su di me…e questi due occhi che mi scrutano nascosti da un paio di lenti scure? Mi tocca il collo…mi sta facendo male al petto…perché lo spingi? Perché mi soffi in bocca? Ma lì c’è Alessia! Amore …vi prego lasciatela passare vi prego Alessia…si dai fai così vieni da me…eccoti. Finalmente sento la vicinanza ed il contatto di una persona che mi ama. Piangi vero? Non piangere, certo che ti sento te no, vero? Si ti amo, ti amerò sempre anche io! Baciami sulla fronte piccola mia…baciami adesso. Cosa sono queste gocce salate che mi scorrono sulle gote, lacrime?
Non ti vedo…non ti vedo più…ho freddo vi prego copriteli ho tanto freddo…adesso!
<< Dottore come sta il ragazzo? >>
<< E’ finita…è finita …è morto!>>
<< Poveraccio…un’altra vita bruciata!>>
Alessia urla al cielo tutto il suo dolore, il suo pianto sale verso il cielo mentre il sangue esce dalla bocca del suo ragazzo ormai riverso esamine.
Una stella di sangue sembra disegnata sul suo petto, una mano pietosa vela i suoi occhi, il suo viso.
Sento la mano del medico chiudere i miei occhi…qualcosa si stende a velare il mio volto…non vedo più ...solo ombre indistinte…si ho capito, ho capito... devo andare via vero? Addio…