SCRIPTA MANENT - 06/03/2007

1986: una domenica da ultrà

DI FABRIZIO DE LUCA

1986 domenica

La primavera sembra voler giocare a nascondino , in questa fredda mattina di marzo. Oggi sono più eccitato del solito. E’ domenica , allo stadio Olimpico giocano Roma e Verona. Mi hanno detto, in settimana, che arriveranno le Brigate Gialloblù, i temutissimi ultras scaligeri.

Arriviamo nel piazzale della Farnesina proprio nel momento in cui stanno parcheggiando i due pulman dei veronesi. Uno sparuto gruppo di tifosi della Roma sta provando ad affrontare gli avversari. Non sono tanti circa 120- 130 persone…ma il sangue mi si gela nelle vene, li vedo scendere uno ad uno con una calma squadrista , indossando elmetti gialli da minatori e brandendo lunghe spranghe di plastica piena. I cori dei cani sciolti viene ricacciato in gola. Un comando, che sembra un urlo di guerra e il gruppo si compone come una testuggine di legionaria memoria.

Un reparto di agenti in tenuta antisommossa li prende in consegna accompagnandoli all’interno della curva nord.

Il gelo mi attanaglia. Questa domenica ho il biglietto della curva nord, andrò a prendere posto nel piccolo gruppo di ultrà giallorossi che portano tifo e calore anche nella nord: i Rangers. E’ innegabile una certa preoccupazione, sapendo che dovrò stare quasi a contatto con quel branco di scalmanati. Li temo e li rispetto, nel mio animo di giovane cane sciolto vedo in quei giovani inquadrati un esempio da seguire e da ammirare. Ma il mio amico mi ha affidato al sua macchina fotografica, ormai ci sono, devo andare in curva nord per fotografare la tifoseria della curva sud. Colleziono e scambio le fotografie delle tifoserie, oggi non potevo mancare. Il mio zoom sarà puntato verso la sud ,verso le colorate coreografie , sui vessilli..gli striscioni e i fumogeni accesi e alzati orgogliosamente verso il cielo.

Sono seriamente preoccupato.

La curva nord sembra un immenso catino, ancora non ci sono i divisori promessi, i tifosi avversari sono in alto verso la tribuna monte Mario, solo pochi carabinieri separano il contatto fisico tra noi e loro. Giulio mi guarda con astio

<< Dobbiamo caricare i veronesi devi venire anche te!>>

Non ho mai litigato allo stadio, mi è sempre sembrata una cosa sciocca , una fesseria, rischiare la vita mia ed altrui solo per una sciarpa diversa che portiamo al collo.

<< Dobbiamo partire, caricare , non possiamo permettere che questi bastardi vengano qui a tifare in casa nostra!>>

Non capisco, perché…cosa significa quest’odio assurdo?

Inoltre quelli delle Brigate sembrano dei guerrieri in attesa del segnale, degli indiani solo in attesa che qualcuno ritrovi l’ascia di guerra, giganti che cinicamente attendono che il nemico si muova , per schiacciarlo.

Provo a muovere una timida obiezione : << Giulio, guarda che i veronesi sono li buoni per conto loro, evitiamo di provocarli…>>

Non ho mai negato il diritto alla difesa, ma offendere per primi e per giunta contro un avversario del genere, così pericoloso, a me sembra una scelta malsana …a dir poco.

Per tutta risposta ricevo uno schiaffo in pieno volto.

Con una risata Giulio mi osserva appellandomi come vigliacco.

E’ il segnale il mio gruppo sale correndo verso quello sparuto gruppo di tifosi scaligeri. Sembrano così vicini indifesi, io so che non è così, so che la domenica potrebbe finire molto male!

Resto fermo impietrito,guardo i ragazzi del gruppo salire i gradoni della curva a due a due…

Parte subito al contro carica…si accendono dei tafferugli. Lo sapevo , lo immaginavo, volti a me familiari sono ricacciati indietro , inseguiti, fin sotto ai bagni. Sta volando di tutto, in un attimo in questo spicchio di stadio si sta scatenando l’inferno. Scendono, ecco i veronesi scendono verso di noi , verso il muretto …il nostro piccolo rifugio non è più tale. Vedo ragazzi fino a pochi attimi prima baldanzosi scappare e fare capolino nascosti dietro ad angoli …correre.

Io resto in piedi, sul muretto. Sotto i miei piedi solo lo striscione , neanche mio peraltro, dietro di me , impietrito dalla paura il piccolo Ughetto.

<< Non ti muovere ci penso io…>>

Cerco di rassicurarlo, neanche io so bene cosa fare, certamente l’ultima cosa che vorrei è ricevere una dose di cintate o di bastonate, ma l’idea di fuggire , di mostrare le terga non mi piace davvero.

<< Non muoverti Ughetto…resta dietro a me…>>

Sento le sue giovani braccia cingere i miei fianchi, cercare protezione.

Sono arrivati… i guerrieri veronesi sono davanti a me..di fronte a noi. Sotto occhi impauriti ci guardano con stupore misto ad ammirazione.

Alcuni si lanciano brandendo pesanti cinte di cuoio alla caccia dei fuggitivi, ridendo e urlando, latrando come cani di una muta alla ricerca della volpe.

Arrivano in tre davanti a noi…sento le braccia di Ughetto cingermi forte, i suoi occhi chiudersi e cercare protezione dietro la mia schiena.

Con terrore riconosco che di fronte ho davanti niente meno che il capo del gruppo di ultras avversari. Una faccia arcigna e segnata dalla violenza, sul volto dipinto una risata che da vicino mi rendo conto essere solo un ghigno mostruoso. Il sangue mi si gela nelle vene, ma non arretro resto fermo. Davanti a me, meno di un metro ci separano. Sono in piedi sul muretto, basterebbe una piccola spinta per farci volare nel vuoto, siamo a tiro delle loro cinte. Lui si ferma, dal basco scozzese calato sul viso intravedo i suoi occhi brillare di un attimo di umanità e di comprensione. Dietro di lui, due energumeni battono uno una mazza sulla sua mano, l’altro mi fa scorgere la lama di un coltello a serramanico uscire dai pantaloni.

Allargo le mie braccia , come a fermare la loro ira.

<< Lasciate in pace il mio amico…se volete picchiate a me, lui no. Ha sedici anni oggi è qui solo per fare delle foto.>>

I nostri occhi si incrociano…si studiano si parlano …in un silenzio di pochi secondi..ma che scandito dal battito del mio cuore sembra durare ore!

<< Perché non scappate anche voi?>>

<< Scappare? E da cosa? Io sono a casa mia..nemmeno vi conosco…non vi ho fatto nulla perché mai dovrei scappare ..? E da cosa? E Da voi? Perché mai dovreste farmi del male?>>

I due energumeni hanno uno scatto in avanti ..il capo apre le braccia e li ferma.

Guarda in basso, verso tanti lontani occhi pavidi e nascosti.

Mi si avvicina…avvicina la sua mano al mio collo. Prende la mia catenina …tocca la croce celtica la sfiora e mi dice…

<< Hai coraggio…>>

<< Scusa se obbietto ma me la sto facendo sotto…>>

<< No…te hai coraggio, ti ho visto sei stato l’unico ad non attaccare ,poi sei stato l’unico a non fuggire>>

<< Io odio la violenza…>>

<< Porti la croce celtica…però?>>

<>

<< Codardi..bastardi avete lasciato il vostro amico da solo>>

Urla lo stadio sembra attonito, secondi lunghi come anni e pesanti come macigni.

Mi abbraccia …sono basito.

<>

<< Sono un Ultras..ho un codice…non sono ne infame ne bastardo!>>

Ci guardiamo …mi sembra sorridere..anch’io lo faccio e gli tendo di nuovo la mano..l’avambraccio a modo del saluto dei giovani di destra.

<< Non ti preoccupare a te non succederà mai nulla, te hai più fegato di mille guerrieri!>>

<< Ma io non meno mai…?>>

<< Appunto ..le persone come te non ne hanno bisogno! Come ti chiami?>>

<< Faberix!!>>

<< Ciao Faberix….torno su dai miei…ricordati sempre di me!>>



La partita sta finendo, uan pioggia di oggetti è volata sopra la nostra tifoseria…ma nessuno ha colpito ne me ne tanto meno Ughetto.

L’arbitro fischia la fine…alcuni agenti cercano di tenere a bada i veronesi.

Un lancio fittissimo di ogni cosa accompagna l’uscita dalla curva.

Sto salendo le scalette. Sinceramente me ne frego del risultato, oggi. Potevo morire…potevo essere ferito in modo serio…invece niente, mi sono salvato.

Sento scandire il mio nome. Dall’alto una persona sta urlando per attirare la mia attenzione.

<< Fabbrix ..faberix…!!!>>

E’ lui…lo vedo…gli accenno un sorriso e un cenno con la mano…per risposta lo vedo mettersi sull’attenti e farmi un saluto fascista. Rispondo a malavoglia. Ho gli occhi lucidi.

Io e Ughetto non parliamo, non capiamo se ci siamo salvati per la mia onestà intellettuale o solo per aver addosso questa celtica d’argento! Non lo so…!

A casa…mi chino sui miei libri…mi attende a breve un esame di storia dell’arte alla facoltà di architettura. Guardo la celtica…mi ha salvato, forse. Per la prima volta, dopo tanti anni capisco che non sono di destra…mi vergogno…sospiro…una goccia di pianto mi riga una guancia. Ripongo la croce in un cassetto. Non la metterò mai più…!!



Venerdì 2 Febbraio 2007



Sto apprendendo da una televisione locale dell’assurda guerriglia scatenata nella notte ..al termine dell’incontro di calcio Catania - Palermo. Con orrore apprendo della morte dell’ispettore di pubblica sicurezza Filippo Raciti. Sto ricordando a quando più giovane ho rischiato di essere ferito o peggio, solo per andare a vedere e tifare in una partita di calcio.

Ho in mente questo pensiero…:

<< Ma se chi ha tirato quella maledetta bomba carta si fosse trovato di fronte il povero agente e ci avesse scambiato due parole …? Lo avrebbe ucciso lo stesso?>>

Non lo so…io non giudico il mondo giovanile, io non mi permetto di giudicare le tifoserie, io non vado più da quasi diciassette anni allo stadio…solo un pensiero risuona nella mia testa….

<< Come è stupida la violenza…come è bella la vita!!!>>

Si può essere tifosi ed odiare la violenza?

Negli stadi c’è tanta gente, tantissimi tifosi che vivono per una passione, per una fede, per un’emozione che, se non si è mai vissuta, non si può comprendere. La passione, la fede, il tifo… il mondo Ultrà dello stadio..la mentalità del branco, la fuga dalla vita e il rifugiarsi in un ideale romantico ed assurdo…

Si può essere tifosi ed odiare la violenza?

A voi scrivere la risposta….

Io non ce la faccio proprio….io non so giudicare…io non so odiare!!!