PRIMA PAGINA - 13/11/2006

Cinque arrestati per pedofilia

POSTATO DA: VIVIANA

Cinque arrestati per pedofilia
di Diego Neri

Gli orchi, dice la polizia, erano in mezzo a noi. Un gruppo di astuti pedofili. È un terribile spaccato di vita quello emerso da un’indagine della polizia che all’alba di ieri ha arrestato cinque persone. Avevano circuito un ragazzino di 13 anni, costringendolo a vestirsi da donna e a subire rapporti sessuali con una serie di clienti nell’appartamento di un travestito pagandolo con ricariche del cellulare, una pizza, biglietti per le giostre o il cinema. Tre presunti sfruttatori della prostituzione minorile sono stati accompagnati in cella. Altri due vicentini, ritenuti clienti, sono agli arresti domiciliari. Fra i destinatari della misura cautelare anche un pensionato che si occupa di volontariato per i disabili, un ufficiale dell’esercito e un cuoco travestito che riceve i clienti in casa. È una storia di umanità degradata, pur in un contesto di apparente normalità - i protagonisti della squallida vicenda sono tutti vicentini di estrazione piccolo borghese -, quella scoperta dalla polizia che ha portato alla luce, in città, quello che ritiene un gruppetto di pedofili che per almeno tre mesi hanno abusato in ogni modo di un adolescente all’oscuro della famiglia. Quando i genitori hanno scoperto la verità, ne hanno fatto comprensibilmente una malattia ma hanno evitato di cercare di farsi giustizia da soli, attendendo gli sviluppi dell’inchiesta. Il ragazzino ora è affidato ad una struttura protetta, mentre mamma e papà sono seguiti da uno psicologo. Gli indagati. In carcere, su ordine di custodia sollecitato dal pubblico ministero Giorgio Falcone e firmato dal gip Agatella Giuffrida, sono stati accompagnati Filippo Milo, 44 anni, invalido civile, Simeone Criscuolo, 39 anni, cuoco in arte Gino, e Emilio Cavallini, 58, impegnato nel volontariato, tutti residenti in città. Ai domiciliari sono ristretti Franco Gaspari, 39 anni, residente a Vicenza e Dario Bizzi, 49, di Brendola, maresciallo dell’Esercito in servizio a Padova, fermato ieri a Roma dove stava seguendo un corso. Le responsabilità di questi ultimi, accusati di violenza sessuale in quanto “clienti” del ragazzino, sono ritenute più tenui rispetto a quelle dei primi tre, che avrebbero indotto e sfruttato la sua prostituzione. Gli inquirenti, che hanno preferito arrestare la banda in tempi brevi, ora cercano altri clienti della giovanissima vittima, che rischiano a loro volta le manette. Un filone dell’indagine che però richiederà tempo. L’inchiesta. L’operazione è scattata in estate, in seguito alla segnalazione di una fonte della questura. Gli investigatori della squadra mobile hanno subito attivato una serie di ricerche per verificare quella notizia e quanto hanno scoperto i detective del vicario Gualtiero D’Andrea ha confermato le ipotesi iniziali. In base a quanto ricostruito, Marco (il nome è di fantasia) era entrato in contatto con un conoscente di famiglia, Milo, di cui i genitori avevano stima. Con mamma, papà e i fratelli maggiori al lavoro, non era raro che Marco passasse alcune ore da Pippo, come lo chiamava lui. Che però nel giugno scorso ha iniziato a pressarlo. Come ha spiegato il minorenne ai poliziotti del commissario Michele Marchese, Milo lo ha invitato una prima volta ad avere un rapporto con lui. Qualche giorno dopo è tornato alla carica, con violenza, chiudendolo in casa a chiave e consumando il primo abuso. Poi l’ha presentato a Criscuolo e successivamente a Cavallini, a Gaspari e a Bizzi. Con tutti ha avuto dei rapporti. La “Baby room”. La stanza dei turpi giochi erotici è stata perquisita ieri mattina dagli ispettori capo Roberto Minervini e Antonio Salamone, che hanno sequestrato giornali e cassette porno, e gli oggetti descritti da Marco. Si trattava di una stanzetta dell’appartamento di Criscuolo a S. Lazzaro dove Marco è stato accompagnato le prime volte. Gino, con annunci sui giornali, contattava i clienti ai quali poi proponeva anche il minorenne. Poi, minacciato e plagiato dagli adulti, Marco prendeva il bus e si recava da solo a casa di Criscuolo, ogni lunedì e giovedì, per tutta l’estate. Si spogliava, metteva una parrucca e una vestaglietta da donna e preparava degli oggetti erotici in attesa dei clienti. Più volte è stato vittima di rapporti, completi, di gruppo, alla presenza degli indagati. Episodi analoghi avvenivano, come ha riferito Marco - trovando conferma anche in quanto raccontato da una testimone - anche a casa di Milo. I clienti sarebbero complessivamente una quindicina, e pagavano 130 euro per una prestazione col ragazzino. Quindici clienti. Quando Marco è stato identificato dai poliziotti coordinati dallo Sco, ha confessato in più riprese tutte le violenze subite, «fornendo - ha scritto il gip nell’ordinanza - una esposizione dei fatti particolareggiata, difficilmente riscontrabile in una versione non vera». Ha riconosciuto alcuni dei suoi aguzzini. Altre indicazioni importanti per gli inquirenti sono arrivate dal telefonino che gli avevano regalato come pagamento delle sue prestazioni, nel quale sono stati trovati i numeri degli indagati, e dai tabulati telefonici dei cinque arrestati. Costoro, peraltro, si aspettavano l’arrivo della polizia, perché il ragazzo è stato allontanato da Milo e dalla banda improvvisamente e, durante una discussione, i famigliari della vittima avevano avvisato il conoscente di aver capito cosa combinava con loro figlio. L’indagine continua per scoprire chi siano gli altri 13 clienti dei 15 di cui ha parlato la vittima. Per Marco, libero da un giogo insopportabile, inizia una nuova vita.