PRIMA PAGINA - 07/11/2011

Padri e figli

DI MARIAELENA BARONCINI

Mi sono sempre vantata di non avere la puzza sotto al naso, fino a quando ho scoperto che il non avere la puzza sotto al naso, o meglio fingere di non averla, è diventato un atteggiamento terribilmente snob. I veri esteti, i cultori di cinema, ormai a un Truffaut preferiscono un Terminator, tanto si sa che l’allure vintage fa dimenticare tutto. Soprattutto in un paese che, mentre il mondo va avanti, ha ancora nostalgia del Tegolino e delle pippe col Postalmarket. Ad esempio io ho sempre odiato Vasco Rossi, e i suoi fan più di lui. Il fatto che piacesse alla gente più disparata era, secondo me, il minimo comune denominatore dell’ignoranza musicale. Poi mi sono accorta che odiare Vasco Rossi è diventato terribilmente mainstream, soprattutto dopo la storia con Nonciclopedia. E mi sono trovata di fronte a un atroce dilemma: chi mi sta più sul cazzo, la patetica caricatura di un rocker contornato da fan esaltati, o un branco di ragazzini sfigati e brufolosi che si nasconde dietro l’umorismo scorretto? Ma poi, l’umorismo scorretto deve far ridere per forza? E poi, chi decide che una roba fa schifo, ma così schifo, che se siamo gente che sta avanti, ci deve piacere?

A tale proposito, ora ho un'altra questione da dirimere. Io ho sempre odiato I soliti Idioti. Ma non perché siano scorretti, sessisti, razzisti e idioti, si può esserlo in modo divertentissimo. Il fatto è che non mi fanno ridere, ma la gente figa ha deciso che il loro umorismo gretto è l’ultima frontiera, magari sono quelli che manifestano contro l’omofobia e il razzismo sono talmente sicuri del loro stare dalla parte giusta che si sentono autorizzati a ridere di uno sketch in cui prendono per il culo “i negri e i froci” (cit.). E poi la buttano sulla sociologia. Perché I soliti Idioti sarebbero lo specchio dell’Italia di oggi, e i film scorreggioni di Boldi e de Sica sono semplicemente una porcata? Qual è il differente status socioculturale tra le scorregge di Boldi e quelle di Paviglianiti nell’opera di Ciprì e Maresco? Perché le chiappe di Belen no, e la Sorcicova-Madalina Ghenea si?
Insomma, mi arrovellavo pensando a quanto sono out e non capisco i giovani, quando mi sono imbattuta in un megapippone di Concita de Gregorio che ribalta completamente la questione. Leggo: “Forse è già troppo tardi, è questo lo sconcerto. Forse con i ventenni non ce la faremo più, è troppo tardi. Ripartiamo, chi ha le energie per farlo, dai seienni. Proviamo coi cartoni animati”. E mi sento anch’io in diritto di generalizzare, a questo punto. Ripartiamo. Proviamo. Il fatto che la stessa generazione che ci ha sdoganato gli Alvaro Vitali e le Edvige Fenech ora si senta in diritto di inorridire di fronte a come e quanto ride la “mia generazione” e di provare a sistemare le cose, è semplicemente patetico. Il fatto è che siamo diventati, tutti, terribilmente snob. Se anche avessimo, che ne so, Chaplin, Totò, Fellini, alla terza volta che li vedi in tv qualcuno direbbe “ancora ‘sti tre stronzi?”. Ma allora perché uno si dovrebbe fare tutti questi problemi riguardo cosa lo fa ridere, e cosa no? Perché ora mi dovrei scandalizzare se rido con un “omosessuale, lo capisce anche mia nonna che è lo stesso che esser donna senza il ciclo mestruale” se tra svariati anni mio nipote lo farà, e sarà giusto che lo faccio, e io mi sentirò una stronza a pensare che quando ero giovane storcevo il naso di fronte a queste cose? Ripartire dai seienni. Per fare cosa, concitadegregorio? Per creare un esercito di zombie che alla parola “Berlusconi” storcono il naso? Perché, alla fine, il senso di tutto l’articolo sta nell’equazione I Soliti Idioti=Medusa=Berlusconi=merda, con tanto di un supergggiovane “Berlusconi all around” a suggellare il tutto. Ma non ci provate proprio a capire noi e ciò di cui ridiamo. Dopo che avete cresciuto una generazione a pane e Bombolo, vi permetterete pure di pensare che siamo da buttare. Pensate al fallimento della vostra generazione di intellettuali, non sarà certo un Ghezzi a farci dimenticare che anche voi avevate le vostre porcate che ora ci spacciate per perle, come se noi fossimo porci. E pensate che è pure colpa vostra se ai padri e figli di Sokurov preferiamo quelli di Biggio e Mandelli.