PRIMA PAGINA - 26/10/2011

Go back, vegan!

DI MARIAELENA BARONCINI

La nuova frontiera della sociopatia è l’animalismo. In un mondo in cui in nome della libertà e contro ogni censura si valicano troppo spesso i limiti del cattivo gusto, anche con battute sui morti che però non ti possono non piacere perché sennò sei un moralista – si, “moralista” è stato risemantizzato per l’occasione – sei radiato dalla tv e sottoposto a damnatio memoriae perché hai osato dire che quando c’era la guerra la gente era affamata e mangiava i gatti. Così vanno le cose.
A un livello superiore poi ci sono gli antispecisti, ovvero quelli che ritengono che tra te e un bacarozzo non ci sia alcuna differenza. L'antispecismo è una cazzata colossale, ed è pure ipocrita, in quanto alla fine include solo cani, gatti e altri animali carini e coccolosi. Con le zanzare, ad esempio, come fanno, le accompagnano gentilmente alla porta? Poi, nonostante l’abusatissima frase attribuita a Gandhi secondo cui la civiltà di un popolo si misura dal rispetto che ha per gli animali, ho avuto modo di notare che l'amore incondizionato verso gli animali spesso si accompagna ad un odio altrettanto incondizionato verso il genere umano, anche perché di certo è molto più facile relazionarsi con qualcosa che ci ami di default e con il quale non c'è mai bisogno di confrontarsi. Rigurgitano odio sull’umanità e frustrazione mascherata da amore sui loro “amici a quattro zampe” (aaaargh). Gioiscono della morte di un cacciatore, danno fuoco a un chiosco che vende carne così salvano le mucche ma ‘sti cazzi se una famiglia campava con quello, si rallegrano della morte sul lavoro di un ragazzo di 19 anni che faceva il garzone da un macellaio, tanto loro sono dei figli di papà che gli animali li avranno visti solo in qualche documentario, a parte i loro amici “pelosetti” (aaaargh) che sono come loro e hanno gli stessi diritti però li castrano e li sottopongono a una vita a misura dei loro padroni, non sia mai che poi macchiano il divano.
Così come i gruppi delle tipe che odiano i bambini e si definiscono "childfree" sono pieni di malate di mente con le foto dei loro cani/gatti che chiamano "mio figlio" o "il mio bambino". Per queste cose non c'è bisogno di tirare in ballo l'antispecismo, ma un buon analista.
Corollario di tutto ciò è ovviamente una dieta vegetariana o, meglio ancora, vegana. Accompagnano tali amenità a cazzate anarcoidi credendo di stare su chissà quale posizione alternativa, quando invece i deliri vegan sono solo il prodotto di una società crassa e borghesotta che si può permettere di rinunciare al proprio posto nella catena alimentare (vai a dire a un leone di non sbranare le gazzelle e di cibarsi di erbe della savana, vai, dato che loro sono uguali a noi), sono quelli venuti su ingozzati a carne da nonne che magari avevano vissuto la guerra e che ora vengono additate come assassine dagli stessi nipotini che schizzinosi toglievano il grasso al controfiletto. E ancora peggio sono quelli che restano carnivori ma parlano di “consumo consapevole”, come se gli altri facessero colazione con le braciole.
La capacità di confronto di questa gente è uguale a zero, così come deve essere la loro preparazione scientifica che pure spalmano su bacheche di gruppi facebook o su forum diffondendo il verbo che se una donna non mangia carne e derivati animali e poi non ha le mestruazioni no, non è in amenorrea per carenza di ferro, ma è in perfetta salute perché che le mestruazioni siano necessarie e inevitabili per una donna è una cazzata messa in giro dalla lobby dei carnivori e, perché no, dei Lines Seta Ultra. Oppure che l’uomo per natura sarebbe “frugivoro”, quindi si nutrono di sterpaglie accompagnando la loro dieta però con costosi integratori alimentari, perché a quanto pare così natura vuole.
Volendo andare oltre ci sarebbero anche i respiriani, per i quali anche mangiare della cicoria sarebbe un terribile atto di violenza, ma a questo punto spero davvero che la selezione naturale abbia il sopravvento, e che la natura da questi tanto amata a difesa se li riprenda e che il loro etereo corpo venga assorbito in quella stessa aura di cui pensavano di nutrirsi. E i loro amici erbivori a quattro zampe per i quali tanto si sono battuti non credo si faranno tanti problemi a pisciare sulle loro ceneri.