PRIMA PAGINA - 19/10/2011

Fescion Victim

DI MARIAELENA BARONCINI

Un tempo piegavano sommessamente magliette, se entravi in un negozio ti stavano col fiato sul collo, ti rifilavano pantaloni di due taglie più piccoli accompagnati dalla frase “tanto il jeans cede”.

Oggi solo se sei superfighissimo puoi fare il commesso da Bershka, H&M, Stradivarius. Un esercito di supereroi diversamente eterosessuali in jeans skinny e tipe vestite a strati che combattono in nome della moda sistemando vetrine che però se li chiami vetrinisti si incazzano, perché sono visual merchandisers. Poi se stanno alla cassa, prendono sdegnosamente i tuoi soldi, e altrettanto sdegnosamente ti fanno il resto.
Lavorare in questi nuovi quanto perniciosi santuari della moda cheap è davvero una roba da iniziati.
Vestono batterie di hipster fatti in serie, di quelli che poi la sera troverai a qualche concertaccio con la Reflex che pesa più di loro, fashion bloggers vestite come contadine ucraine, tizie che studiano moda che te guardano male se vesti una dignitosissima quanto anonima combo jeans-maglietta. Tipe che hanno il profilo facebook con l’avatar di Audrey Hepburn, icona per eccellenza della figadilegno, lei e i suoi maledettissimi bocchini, sicuramente ignare della professione che Holly Golightly svolgeva per potersi permettere le sue colazioni da Tiffany, partecipano alla Vogue Fashion Night, che sembra una roba tipo Halloween, solo che gli zombie svettano su tacchi Laboutin e indossano foulard Balenciaga. Tra vent’anni vi vestirete ancora male, ma, guardando con le amiche le foto in cui succhiavate cannucce infilate in cocktail coreografici all’apertura di una qualche serata in cui avete superato la door selection, anche perché eravate amiche del diggei, magari vi vergognerete. O forse, prese da un attacco di nostalgia, tirerete fuori dall’armadio un qualche straccetto di H&M, magari di quegli scarti di collezione che ogni tanto qualche stilista famoso donava ad H&M, tanto per solleticare i vostri pruriti fashion, e vi sentirete non più vecchie, ma tanto tanto vintage.