PRIMA PAGINA - 06/10/2011

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DI MARIAELENA BARONCINI

Mi chiedevo perché uno non dovrebbe essere iscritto a qualche social network. Privacy? Ho sempre pensato che le persone eccessivamente gelose della loro privacy sono coloro che vogliono non avere la conferma che in realtà non li fila proprio nessuno. E di solito, dietro ai vetri oscurati si celano i più grandi voyeur. Chi lo vive come un atto di ribellione, assai sterile e autoreferenziale, come quelli per cui basta non guardare la tv per essere dei geni. Autoescludersi dalle realtà più peculiari della propria epoca è una forma di snobismo che a me risulta insopportabile.

Ma meno male che c’è ancora qualcuno che non ha nulla da dire, nulla da mostrare, qualche velleità di cui rendere partecipe il mondo. I famosi cinque minuti di celebrità sono un diritto, non un dovere. A me la storia del concorso Leica fa paura. Non si vince nulla, ti danno in comodato d’uso una squallida compatta con cui i più virtuosi tra i reflexmuniti lavoreranno gratis per loro. Eppure ha avuto un successone. I più naif si definiscono neofiti della fotografia, sperando che il miracolo della fortuna del principiante diventi in qualche modo la regola. C’è chi azzarda uno studiato menefreghismo, chi ci ammorba con la citazione dotta per poi presentarci la solita tizia mezza nuda che se fosse la velina di turno ufficialmente ci farebbe schifo, ma virala in bianco e nero o in seppia, dalle un’espressione imbronciata e mettile in bocca una sigaretta, magari una spruzzata di Nouvelle Vague, ed è subito nudo artistico. Parigi in autunno. Parigi in inverno. Parigi in estate. E i viali alberati con le foglie morte, i tramonti sulla spiaggia, i bambini appena nati e le piccolezze dell’uomo di fronte all’immensità della natura. Sarà, essere assuefatti a tutto è una cosa orribile. Ma pretendere di stupirci ancora con tutto ciò, è davvero immorale.