PRIMA PAGINA - 13/12/2007

La censura a Luttazzi? Una cagata pazzesca

DI BORIS SOLLAZZO

“Dopo 4 anni di guerra in Iraq, 3.900 soldati americani morti, 85.000 civili iracheni ammazzati e tutti gli italiani morti sul campo, Berlusconi ha avuto il coraggio di dire che lui in fondo era contrario alla guerra in Iraq. Come si fa a sopportare una cosa del genere? Io ho un mio sistema: penso a Giuliano Ferrara immerso in una vasca da bagno con Berlusconi e Dell'Utri che gli piscia addosso, Previti che gli caga in bocca e la Santanchè in completo sadomaso che li frusta tutti. Va già meglio no?”. Decisamente. Anche se continua ad essere troppo poco. Questa è la battuta che a Daniele Luttazzi sarebbe costata l’ennesima epurazione negli ultimi vent’anni. Per chi non avesse capito, la battuta che fa ridere è quella tra virgolette, non quest’ultima. Sì, perché a fidarsi dell’sms che ha mandato allo stesso Luttazzi Antonio Campo dall’Orto, manager e deus ex machina di La7 e Mtv, e poi dei comunicati ufficiali, Daniele sarebbe colpevole di lesa maestà alla dignità del gran conduttore di “Otto e mezzo”. Il comico satirico, insomma, poteva attaccare tutti- parole di La7 quando orgogliosamente gli dava carta bianca su tutto, da tv libera e felice- ma non il suo ingombrante vicino di palinsesto. Qualche dichiarazione, brevi interviste e il suo blog ne attestano l’amarezza, oltre che la versione dei fatti. “Stasera (8 dicembre) è successo un fatto gravissimo: per motivi legali (nessuna comunicazione ufficiale della sospensione del programma) io e Franza Di Rosa abbiamo completato al montaggio la puntata n.6 che doveva andare in onda. Verso le 20, dei funzionari di La7 sono entrati in sala montaggio per impedire fisicamente che proseguissimo. Hanno occupato la stanza, hanno intimato al tecnico di sospendere (senza averne titolo), uno di loro si è seduto al mio posto alla consolle e non se ne andava, sfidandoci. Ho telefonato all'avvocato: stavano commettendo un reato (violenza privata) e potevo chiamare la polizia. A quel punto sono usciti. Poi, quando ho finito e me ne sono andato, uno di loro è entrato per cancellare tutto il girato di Decameron, passato e futuro. Spero non l'abbiano fatto”. A sentire Maurizio Crozza l’altroieri, in diretta, non l’hanno fatto. A leggere Luttazzi sul suo blog, l’hanno fatto ieri mattina alle 10. Tutto quanto per sterco e urina, da sempre cavalli di battaglia del comico, che ne simulò l’ingerimento in Satyricon. Persino Giuliano Ferrara, leggendo tra le righe di una lettera spedita a Repubblica (perché?), sembra giudicarla un’esagerazione: “Caro Direttore, quella di Luttazzi su di me era satira, non ci piove. […]. La satira è un prodotto di ideologia e cultura, procede dai libri alla strada al palcoscenico in modo circolare. L'immaginario di Luttazzi, come lui dice, è Abu Ghraib e Ruzante, quella è per lui la cornice dello sketch a me dedicato (e anche ai miei compagni di latrina). […] Esiste una satira cruda e coprolalica, che si è espressa e si esprime, con risultati migliori o peggiori, in tutte le lingue, in molte situazioni e in molti regimi politici, antichi e moderni. Dunque era satira. Lui non sarà Aristofane o Molière, ma era satira”. Questa patente, forse, è la beffa peggiore per Luttazzi, chissà. Quanto l’invito a Otto e Mezzo di Giulianone, che voleva un confronto (all’americana?) tra il comico e il direttore Dall’Orto. Furbetto, audience a mille e uscita alla grande. “Non ci penso nemmeno ad andarci- ha risposto Luttazzi- non vado ad incrementare l’ascolto di un’altra trasmissione, soprattutto se in onda sulla rete che mi ha cacciato”. Molto rumore per poco o nulla, insomma, almeno a fidarsi dell’ufficialità. Perché Daniele Luttazzi, piaccia o meno, non è una sorpresa per nessuno. La sua comicità è conosciuta, i suoi riferimenti, da Lenny Bruce a David Letterman, stranoti. Peraltro il programma, questa volta, non lasciava nulla all’immaginazione fin dal titolo “Decameron- Politica, sesso, religione e morte. Programma di satira per adulti, più divertente della Santa Messa”. Quindi, è ovvio, non è la merda in bocca a Ferrara ad essere il problema. La battuta peraltro era efficace: non doveva essere divertente, ma rendere l’idea di quanto surreale e ignobile fosse la dichiarazione di Berlusconi. Sentirlo dire che era contrario alla guerra, è spiacevole e ributtante come mangiare cacca: quindi può far sentir meglio (e persino sorridere) immaginarlo con i suoi discepoli a subire ciò. Peraltro La7 era così sconvolta, che l’ha persino mandata in replica. Per sapere la verità c’è da sperare che il girato non sia stato cancellato. Scopriremmo se è vero che avrebbe parlato in futuro dell’enciclica di Ratzinger e della scuola Diaz, e se quindi la censura è stata preventiva. Sappiamo, però, che La7 sta imparando in fretta da Rai e Mediaset. Il suo tg ha oscurato la notizia del blocco della trasmissione, metodi e motivazioni dell’epurazione sono del tutto simili al passato e il presente delle concorrenti. Fino a poco tempo fa non sembrava possibile, sembrava una felice eccezione. Cos’è successo? Un’ipotesi possiamo farla, perché nel frattempo qualcosa è cambiato. La Telecom (polo tele comunicativo a cui fanno capo La7 ed Mtv) è passata da un Tronchetti Provera distratto dalla voglia di cedere una tv in cui non credeva (e di cui non si occupava) a uno come Bernabè, manager bisognoso di alleanze politiche ed economiche e che non lascia nulla al caso. Passa poco tempo e Luttazzi viene cacciato a calci e altre oasi di libertà e creatività di La7, a sentir voci di corridoio, sono sotto minaccia di estinzione o ridimensionamento. Bentornati in Italia.