LIBRI - 13/11/2006

"Contro Ratzinger" di Anonimo

ALESSANDRO D'ALESSANDRO

L’anonimo estensore di questo pamphlet, dichiaratamente tale, probabilmente un curiale o almeno un oppositore interno, cerca di smantellare, e in parte vi riesce, la filosofia contraddittoria e di comodo di Benedetto XVI. Il tono del discorrere è di livello, le argomentazioni sono chiare, i condimenti piacevoli. E alla fine Ratzinger appare per quello che è: un mammolotto costretto a fare il duro, e cioè esattamente il contrario di quello che i media denunciano al di là di ciò che l’interessato vorrebbe. Ratzinger non capisce che lui non è Woytila: mentre enuncia, col visetto da bambino complice, pietrificato in un sorriso standard, le sue verità solo apparentemente ingenue, ma in realtà ispirate ad un dogmatismo ormai indifendibile, il suo occhio vitreo ed inespressivo denuncia alla telecamera la paura di un impero in declino e la determinata volontà di menzogna da indirizzare solo ai suoi fedeli, perché degli altri poco gli importa.
Splendido pamphlet dunque: ben argomentato e di livello, ma steso anche con leggerezza e a tratti anche divertente. Se ne consiglia caldamente la lettura, ma non ai fedeli su detti.
Perché a loro no?
Perché i fedeli su detti si troverebbero perfettamente rappresentati nell’immagine che l’anonimo delinea di Ratzinger e, alla fine della lettura, non comprendendone l’essenziale, concluderebbero che si tratta di un libro inutile: perché scriverlo? Tanto si sapeva!
Allora io mi chiedo perché, se uno ha avuto la splendida idea di sferrare un attacco a Ratzinger, lo fa nobilitandolo come filosofo, contraddittorio ma degno di essere contraddetto, e non dicendo le cose come stanno davvero? Saprei come rispondermi, ma siccome la risposta, per i miei due/tre lettori, è ovvia e banale, passo avanti e vengo al dunque: voglio dirvi come stanno davvero le cose, secondo me.
I cattolici, dal papa fino all’ultimo filippino imbarcato clandestinamente verso l’Italia perché desideroso di prendere parte da buon cattolico alle briciole del banchetto del ricco epulone, si caratterizzano per tre qualità fondamentali: 1) sono ignoranti; 2) sono ipocriti (soprattutto perché non vogliono riconoscere che il loro atto di fede in Cristo, fatto una tantum e una volta per tutte, gli serve solo a giustificare per sempre il loro rifiuto del sapere); 3) sono paurosi (perché sono ignoranti e perché sono titolari, data l’ipocrisia, di una falsa coscienza che li rende deboli). Il papa e le gerarchie hanno poi la quarta dote che li differenzia dai fedeli: la mala fede. Come potrebbero non essere in mala fede il sovrano e la nobiltà (cardinali e vescovi) di uno stato che è potentissimo perché a fronte di un’esigua giurisdizione territoriale (il piccolo stato della Città del Vaticano) ha l’obbedienza profonda di un vasto popolo planetario (1.200.000.000 fedeli, piuttosto più che meno)? Essi sono dei politici e come tali o mentono o omettono di dire: nessuno più ormai potrebbe ragionevolmente negare che il Vaticano è un organismo politico a tutti gli effetti.
Ciò premesso, si può finalmente chiarire che le affermazioni autoritarie, reazionarie e perciò contraddittorie di Ratzinger divengono pienamente logiche e razionali se si tiene conto che quando egli le fa non si rivolge mica ai non credenti (sa bene che quelli ridono di lui e del suo italiano intodescato!); egli le fa perché sa che i fedeli suoi destinatari non analizzano il significato di quello che egli dice; lo accettano per buono a scatola chiusa e amen. Poi, presa la benedizione, tornano dai loro figli illegittimi, ai loro guadagni illeciti, ai partners di fatto, alle aberrazioni e ai compromessi della vita quotidiana: l’importante è sapere che, al termine della giornata, come al termine di una vita che solo i cretini considerano bella, ci sia qualcuno che li assolverà dal male che eventualmente avranno dovuto fare.
Benedetto dunque, sapendo che i suoi interlocutori sono ignoranti, ipocriti e paurosi di guardare dentro a qualsiasi cosa, per timore di trovarsi, sia pure per un momento, davanti alla verità, dice tutto quello che gli suggerisce la sua dotta ignoranza: incolpa di tutto un relativismo che è morto da quasi cento anni; se la prende con l’illuminismo, non sapendo bene cos’è; attacca il nichilismo già superato all’inizio del 900, senza aver letto una riga di Nietzsche, e trova nella Grecia, con evidente errore, le radici di un cattolicesimo che è, come tutti sanno, la fotocopia dell’impero romano morente riproposta come prima “ementita” falsificazione di un potere soprattutto economico: quello cioè della santa chiesa cattolica ed apostolica romana. Quanto ai totalitarismi entre les deux guèrres, poi, egli si guarda bene dal toccarli, perché sa che chiunque gli potrebbe rimproverare un sia pur giovanile passato nazista. Insomma Benedetto XVI è quello che si dice “uno che apre bocca e gli dà fiato”. Gli si deve dare però importanza perché ha un seguito così ampio. E sia, purché si sappia bene però che non è il caso di assaggiare la merda perché non è possibile che miliardi di mosche si sbaglino. Absit iniuria verbis: è solo una figura retorica!
Va da sé che il modo di fare dell’attuale papa dimostra inequivocabilmente l’esistenza di Dio. Come potrebbe infatti la chiesa di Roma sopravvivere con uomini così se il Padre Eterno non la sostenesse personalmente? Scherzo, è ovvio! E’ solo un trucco per passare alle mie argomentazioni successive.
Basta entrare in una chiesa qualsiasi per rendersi conto che gli Italiani, sempre pronti a schierarsi con il potente, e sempre, se possibile, con il potente più solido, disertano ormai questi luoghi stupendi, ma visitati solo dai turisti, perché non si può mai sapere… che anche lo studio della storia dell’arte non porti alla verità! Gli Italiani non credono più, ma, al minimo appello, si dichiarano subito fedeli di santa romana chiesa. Conosco una persona analfabeta reale che a me (latinista di professione!) che sostenevo la necessità di una vera riforma scolastica con l’eliminazione del latino e del greco dalle scuole medie, ma non dall’università, opponeva una difesa assurda di tali studi appellandosi a una smozzicata e sbagliata idea di tradizione. Dunque gli Italiani, fedeli non credenti, non aspettavano altro che un papa di lingua tedesca a rimpiazzare i bei paponi di una volta che parlavano latino così si era sicuri: 1) di non capire niente, e 2) che quello che dicevano era giusto ed incontestabile.
E’ evidente che chi scrive non è un mangiapreti, no, è un anticattolico convinto e incazzato delle gravi responsabilità che il cattolicesimo ha nei confronti della crescita culturale di questo paese. Perché non si arriva ad una reale riforma dell’insegnamento che proponga argomenti di studio oggettivamente proponibili, perché utili, sia agli insegnanti che agli studenti? Perché i cattolici non la vogliono. Ma come fanno ad impedirla? Semplice: approfittano del dissidio fra liberali e marxisti e si alleano con questi per mettere il veto alle riforme di quelli e con quelli per mettere il veto alle riforme di questi. E qual è l’obbiettivo ultimo? Ovviamente quello di lasciare nell’ignoranza programmatica un paese nato cattolico e analfabeta al 99%. In alcuni punti della penisola, nel 1870 (quando i cattolici papalini furono cacciati in via quasi definitiva dall’amministrazione politica del paese), l’analfabetismo arrivava a queste punte e solo il 2,5% conseguiva il diploma di scuola media superiore. E perché lasciarlo nell’ignoranza? Perché ignoranza fa ipocrisia e tutte e due paura. La prima più elementare manifestazione di intelligenza biologica è quella della lumachina che tira fuori le corna per sondare se c’è pericolo e, al minimo intoppo, le ritrae (Vedi Horkheimer Adorno, Dialettica dell’illuminismo, ultime due pagine; del quale libro ovviamente i cattolici, papa compreso, non conoscono neanche l’esistenza o, se la conoscono, la tacciono, come per tutto ciò che non gli conviene). I cattolici italiani, machiavellici e guicciardiniani in pectore, le corna se le tengono nascoste e vedono tutt’al più se se ne può trarre qualche vantaggio… dal nascondimento, s’intende: è per questo che sono intimamente anche antidivorzisti!
E perché la ricerca non trova mai i fondi? E perché Bertinotti per essere eletto presidente della camera si è dovuto genuflettere e dichiarare che è tornato alla ricerca di Dio? E perché i mafiosi, se non sono pentiti, basta che si lascino trovare con una corona per ottenere immediatamente il silenzio stampa sulle loro malefatte e sulle conseguenze giudiziarie di queste? E perché i BR, quasi tutti cattolici? E perché il pentitismo (variante machiavellica della penitenza, contestata cinquecento anni fa dai protestanti)? E’ perché il berlusconismo (che pure è di ispirazione laica)? E perché? E perché? L’Italia è come un paese ritardato mentalmente che continua a porre i suoi perché all’infinito. Avrò pure il diritto dunque di incazzarmi un po’ dopo 40 anni che aspetto una riforma scolastica che non verrà mai se non truccata, tipo quelle prima di Berlinguer e poi della Moratti. I nostri politici sono tutti cattolici in pectore ma convinti di non esserlo perché, come il papa e le gerarchie ecclesiastiche, non possono non essere tali, come diceva Croce confondendo il cattolicesimo col cristianesimo. Conclusione: non rappresentano nessuno ma come gli imperatori romani perpetuano il loro potere tenendo in vita un senato che è solo uno specchietto per le allodole.
Chi la pensa come me non ha scampo. Non ha più paura… tanto questo potere, se non lo danneggi economicamente, ti lascia perdere (questa è la sua democrazia!); ma non ha più neanche speranza. Dunque si occupa di buona tavola e di letti ben riscaldati in attesa di eventi indominabili da chiunque che cambino in qualche modo la situazione di stallo fin qui descritta. Come dice Spartacus nel celebre film di Kubrik, da Roma non si esce: non resta che farsi crocifiggere. Amen!

Anonimo, Contro Ratzinger, isbnedizioni, Milano, 2006, € 10,00.