LIBRI - 10/05/2007

"Il più dolce delitto" di G. Onorato

DI ROBERTA Z

“Il più dolce delitto” non è un romanzo. È una malattia, un virus, che si insinua dentro e fa male, alza la febbre. Ti prende per mano e ti porta via. La tua mente vola con lui attraverso il dolore, il delirio, la maledizione, la redenzione. Il corpo immutato all'esterno in realtà trattiene dentro un male innominabile, un caos di reazioni, di tormenti.




Ed è questo quello che trova il giovane dottor Marlo quando arriva nella clinica psichiatrica a cui è stato inviato per indagare su presunti abusi e violenze ai danni delle pazienti: dietro all'organizzazione impeccabile dell'istituto, a sua volta situato accanto ad un calmo lago nel cuore della Svizzera, in realtà si nasconde la più raccapricciante realtà, fatta di abusi, sevizie, e l'abbrutimento del debole e del malato.




Questo libro è un viaggio nella malattia, ma nella malattia vera esistente e persistente che vive in ognuno di noi. Le malate della “Casa” sono considerate tali solo perché in loro la malattia è palesata da atteggiamenti schizofrenici, ma Onorato non vuole mostraci ogni paziente come un fenomeno da baraccone, questa non è una mera vetrina: le loro malattie sono solo il trampolino di lancio verso l'oblio di ciò che “ammala” Marlo, di ciò che ammala i medici della clinica. Di ciò che ammala tutti noi.




Proprio grazie ad una sua giovanissima paziente Marlo spiccherà il volo portandoci con lui nel viaggio delle sue paure, delle sue ossessioni, e sopratutto del suo istinto. Quest'uomo incaricato di salvarla si ritroverà lui stesso malato, malato di un'ossessione d'amore, d'una malattia di vita, che lo porterà ad opporsi alla fredda arroganza della scienza medica per affrontare un salto nell'oscurità del suo animo, dove l'intensità delle emozioni nascerà dal dolore che provocano o dalla loro immoralità.




Sì, perché “il più dolce delitto” è un romanzo sulla forza della sensualità totale. Una nostalgia che ci consuma, che ci ammala, ma che allo stesso tempo è l'unica via possibile per curare il nostro dolore, per farci sentire vivi, per cancellare il nostro male di vivere: la malinconia dell'anima.




È questo che ci contamina tutti.




Una lettura che stravolge, che violenta il torpore interno, che fa venire voglia di intensità e perdizione. Un viaggio difficile, reso ancora più ostico dalla particolare e minuta scrittura scelta dall'artista, ma che ci lascia sconvolti, terrorizzati e sedotti dalle nostre stesse paure, affamati di una lussuria potente che cancelli l'inutile e lasci solo il vivo.