LIBRI - 14/03/2007

"Q" di Luther Blissett

DI SAMANTHA SORRENTINO

1525/1555- un racconto lungo 30 anni, quelli narrati in Q. Forse si potrebbe andare più a ritroso nel tempo e far cominciare tutti i fatti, da quel 31 ottobre 1517, quando un giovane frate agostiniano affisse, al portale della chiesa di Wittenberg, le sue 95 tesi contro, e non solo, il traffico delle indulgenze. Il monaco era Martin Lutero. Da lui e dalla sua Germania, partì la Riforma.

Il racconto di questo romanzo, prende vita dalle conseguenze di quel gesto che creeranno movimenti, rivolte e nuove fedi.

Di gran parte di queste sarà protagonista, il personaggio principale del romanzo, un giovinetto di 20 anni inesperto quando tutto comincia, un uomo di 50, con molti nomi alle spalle, una moneta, un diario e tante storie da raccontare quando tutto sarà terminato.

È un grande viaggio questo libro, un viaggio che attraversa gran parte dell’Europa settentrionale, approdando in Italia, per finire poi dove proprio non immagineresti.

Un viaggio fatto di avventure, fughe, battaglie, esecuzioni, amicizie, amori, denaro, prostitute, clericanti e questuanti, ma accompagnato sempre dalla presenza, dall’ombra, di un nemico a lungo invisibile, Q.

Spia e collaboratore di Giovanni Pietro Carafa, cardinale di Santa Romana Chiesa, a cui tutto viene devotamente riferito, con lettere, che costituiscono piccole pause nell’incalzante racconto fino alla resa dei conti…che non è mai come te l’aspetti.

Fin dalla sua uscita, nel 1999, Q divenne un caso letterario. E’ stato tradotto in decine di lingue e si candida comunque ad essere ormai “un classico” della letteratura.

Difficili e controverse sono le interpretazioni. C’è chi ha visto e letto nelle sue pagine un’allegoria politica dell’attuale situazione europea, chi invece c’ha visto “solo” un romanzo anticlericale (e in realtà ci vuole poco dopo averlo letto a diventarlo o a convincersene ulteriormente), chi c’ha visto un grande giallo, chi un romanzo d’avventura alla Salgari (dicono quelli che di letteratura ne capiscono).

Difficile sposare una sola tesi. Q, è l’insieme di tutte queste teorie, è un romanzo di una bellezza rara, un libro che appassiona e coinvolge come solo talvolta succede, un libro che quando lo finisci…ti dispiace un sacco anche se morivi dalla voglia di sapere.

Un romanzo avvolto dal mistero, non solo quello descritto nelle sue pagine, ma anche quello che circonda la figura del suo autore, o meglio, dei suoi autori. Luther Blisset è infatti uno pseudonimo, dietro cui si cela un numero imprecisato di artisti, scrittori, riviste.

Le cronache sono piene di leggende circa l’identificazione dei reali autori. Si fanno nomi, si cercano richiami, l’unica cosa certa è che il nome di Luther Blisset, è stato mutuato da quello di un centravanti inglese, più famoso per i suoi goal andati a male che per quelli realizzati, che in Italia, militò, alla metà degli anni ’80, nel Milan (considerando la scarsa resa calcistica ancora mi chiedo perché non l’abbia acquistato all’epoca, la mia Inter..ma questa è un’altra storia…)

Certo è che non capita spesso che un libro affascini tanto, e ogni volta che succede è un regalo che chi l’ha scritto ti ha fatto. Non ho un buon rapporto con i regali, ma ringrazio molto i signori che si celano dietro il fantomatico Luther Blisset.

Fatevelo questo regalo, non lasciatevi impressionare dalla “mole”, non la noterete…scorre via che è un piacere.