LIBRI - 14/11/2006

"Un terribile amore per la guerra" di J. Hillman

ALESSANDRO D'ALESSANDRO

La guerra è normale, è inumana, è sublime. La religione è guerra.
E’ normale perché c’è da sempre e c’è tuttora in quasi tutti i continenti [oltre ad esserci capillarmente nelle controversie, dissidi, alterchi, liti, scontri e chi più ne ha più ne metta].
E’ inumana perché è l’unica esperienza che consenta all’umano di misurarsi con un suo trascendimento; peccato che ciò avvenga soltanto con la morte… dell’altro, senza che niente o nessuno possano garantirmi che non sia invece la mia.
E’ sublime perché è l’unica che consenta un’emozione estetica superiore al bello artistico.
Tutto ciò viene spiegato attraverso un saggio di psicologia della religione e quindi della fede e della teologia nel quale si dimostra che la divinità di Ares (Marte) come era presente sotto le mura di Troia così è ancora presente, ovviamente con nomi diversi (patria, cultura, dio ecc.), in coloro che combattono e muoiono in Iraq. Come in coloro che la scatenano così in quelli che la combattono vive una forza (di carattere mitico o religioso, nel senso che se la raccontano o ci credono) che li spinge verso la guerra. Questa forza riassume in sé Marte ma anche Venere, come dimostrano le numerosissime testimonianze artistiche della classicità (famoso il proemio di Lucrezio); per cui il massimo dell’estetica (sublime) viene dato dalla guerra e non dall’arte.
Le religioni monoteiste hanno ereditato tutto ciò ma in particolare lo ha ereditato il cristianesimo e più in particolare ancora il cristianesimo americano che oggi assurge ad ideologia di fondo dell’imperialismo [declinante] di quel paese. Come? E’ ovvio. Sterminio degli Indiani, dei Negri, guerra di secessione, guerre europee, guerre asiatiche ecc.
Dunque la conclusione è una sola. Per il momento un pannicello caldo può essere forse la mobilitazione delle masse in un fare arte, direttamente coinvolgente, che le sottragga al massaggio mediatico e all’istinto di violenza che le domina; ma una soluzione definitiva si potrà avere forse solo quando gli dei saranno scomparsi dalla terra. Perché la religione è guerra.
[Essere pacifisti non significa dunque nulla; essere contro la guerra può incominciare a significare qualcosa] se si incomincia, come ha fatto Hillman, a cercare di capire che cos’è la guerra penetrandovi dentro; ma non, ovviamente, attraverso la spettacolarizzazione mediatica.
N.B.: Questa scheda ti servirà nel caso che tu non voglia leggerlo. Le sequenze tra parentesi quadre sono aggiunte mie di cui puoi non tener conto.