ENOGASTRONOMIA - 02/05/2008

Ristoranti: "Cuore"

DI SIMONE CARGIANI

Cosa vi aspettereste da un ristorante che si chiama Cuore e che definisce la propria cucina “sentimentale e mediterranea”, attribuendo al cibo una forte connotazione affettiva e consolatoria? Beh, credo che andandoci avreste avuto le stesse nostre aspettative e cioè: passione, creatività (quel tanto che basta), bontà e soprattutto “cuore”. Purtroppo non c'è stato niente di tutto ciò, anzi in questo ristorante abbiamo trovato ben poco conforto per il nostro stomaco e, ahinoi, anche per il nostro cuore! L'ambiente è diviso in più salette, arredate in stile classico, ma dall’atmosfera fredda e impersonale. Il servizio è stato cortese ma impreciso, con il vino versato senza neanche farlo assaggiare e scarsa informazione, da parte del cameriere, sulla composizione delle pietanze proposte. Il menù comprende diversi piatti tradizionali e non, con alcune proposte dello chef (anche esotiche); equamente diviso tra piatti di carne e di pesce, ci è dispiaciuto trovare tanti asterischi ad indicare che in assenza del prodotto fresco c’è quello surgelato. La carta dei vini è ridotta ma con presenze non banali e dai ricarichi abbastanza corretti; accanto ad alcune etichette viene riportato anche il costo al bicchiere. Abbiamo deciso di cominciare con l’antipasto dello chef (una sorta di piccole tapas) composto da una buona caponatina di melanzane con pinoli, un discreto polpo con patate, un secco cous cous, una ricotta pugliese mantecata con pomodorini e olive un po’ pasticciata e una frittura vegetale unta e floscia. Andiamo avanti sperando nei primi piatti: le tripoline con bottarga di tonno avevano un fastidioso retrogusto di bruciato e il risotto al radicchio e Taleggio era anonimo, sciapo e per nulla mantecato a dovere. Dopo questo primo attacco di “cuore”, tentiamo con i secondi, ma per poco non ce ne viene un secondo: la pastilla di pollo alla marocchina non era altro che un pasticcio di carne asciutto e sovrastato dalla cannella; l’insalata di baccalà con patate aveva il pesce molliccio e dal retrogusto anch’esso di bruciato. Investiamo tutte le nostre ultime speranze (ed energie!) nel dessert, ma il tortino di mele promesso dal menù era “solo” una triste sfoglia sottile con dei pezzetti di mela sopra. Perdonateci la battuta, ma per mangiare in questo ristorante più che “cuore” ci vuole “fegato”...

Cuore
Via Monterone 14 (Largo Argentina)
06 68801687
Chiuso: domenica
Prezzo medio: 32 euro