ENOGASTRONOMIA - 04/03/2008

Ristoranti: "Zarazà"

DI SIMONE CARGIANI

Ho un gruppo di amici che ormai ha deciso di accompagnarmi nelle recensioni solamente fuori Roma, perché, a detta loro, nella Capitale sovente non si mangia un granché e per giunta si spende troppo. Per questo motivo quando ho deciso di provare questo ristorante a Frascati li ho chiamati e alla convocazione hanno risposto tutti entusiasti! Posto in una delle via più panoramiche del paese, Zarazà si presenta subito bene, con i suoi arredi molto caldi e quell'aria di informalità che mette a proprio agio il cliente. Perciò è proprio un peccato dover registrare delle leggerezze che andrebbero evitate, come l'antipasto che arriva in tavola senza richiesta ("lo gradite?", "beh ormai l'abbiamo visto, che fai ce lo togli?!") o il menù recitato a voce con malcelato compiacimento per una cucina che coniuga tradizione e divagazioni creative. Quest'ultima è mediamente ben realizzata, con una menzione particolare per i primi piatti e un'inspiegabile caduta di livello sui secondi. Ci è piaciuta, e molto, la carta dei vini tutta incentrata sul Lazio, con tante proposte intelligenti e ricarichi veramente onestissimi. Ma veniamo alla cena. Abbiamo accennato all’antipasto “a scatola chiusa”, per fortuna molto gustoso: una deliziosa frittata con broccoletti, una saporita salsiccetta e una fresca ricotta. Di bene in meglio con i primi. Dei tonnarelli cacio e pepe preparati in modo filologicamente corretto (senza olio), delle saporite quanto equilibrate mezze maniche alla norcina e una sfiziosa zuppa di zucca gialla e porcini (probabilmente il migliore dei tre). Del calo con i secondi si è già detto: il petto di vitella alla fornara era troppo grasso, stesso difetto dello spezzatino di maiale in agrodolce con mele e prugne, preparazione inoltre poco equilibrata e con la prugna troppo evidente; meglio, ma di poco, con l'abbacchio con l'uva e mandorle. Provvidenziali i dolci a rimettere le cose apposto: una mousse di castagne molto buona e il tiramisù, provato nella versione tradizionale (migliore) con caffè e nella variante creativa con pere e cioccolato. Fine cena scontato, con la solita teoria riportata all’inizio ribadita a gran voce dai commensali. Beh, anche stavolta, ad onor del vero, avevano ragione…



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