ENOGASTRONOMIA - 10/05/2007

Ristoranti: Hostaria romanesca

DI SIMONE CARGIANI

Non avrei mai voluto utilizzare il semaforo rosso per questa trattoria… Indelebili i ricordi di quando, ancora impiegato di banca, facevo interminabili pause pranzo nei mesi primaverili seduto negli spartani tavoli all’aperto con vista sulla statua di Giordano Bruno. Si mangiavano cose semplici ma buone, con un servizio molto informale e sempre cortese: insomma un indirizzo che nonostante la pressione turistica riusciva a perpetuare con successo la tradizione romanesca a tavola. Purtroppo l’imperfetto è d’obbligo ed in questo caso non è solo il tempo di un verbo… La nostra prova risale ad un paio di settimane fa: al nostro arrivo, capiamo subito che diverse cose sono cambiate. Da subito ci danno un senso di claustrofobia le vetrate laterali poste a protezione dello spazio all'aperto, per non dire dello sgomento per le sotto tovaglie damascate rosso bordeaux… Arrivano i piatti e i dubbi lasciano spazio ad una triste conferma: la trattoria che ci ricordavamo ha subito un'involuzione trasformandosi, purtroppo, in un ritrovo per turisti... Preparazioni dozzinali, materie prime fresche ma in dei casi di impronta commerciale, e via dicendo. Anche il servizio, pur restando informale, è cambiato, ma in questo caso continua a piacerci: affidato ad un simpatico cameriere molto “espansivo” ci ha, come si dice a Roma, svoltato la serata. Ma veniamo all’esperienza strettamente gastronomica. Dopo aver scelto il vino dalla lista ridotta all’osso (una decina di etichette proposta perlomeno con ricarichi equi), iniziamo il nostro percorso con un antipasto misto composto da affettati scontati (con il salame da supermercato), delle olive nere e da una mozzarella servita fredda di frigorifero. Passiamo alla pasta e proviamo due cavalli di battaglia della trattoria che fu: i tonnarelli cacio e pepe e gli spaghetti alla carbonara. I primi erano totalmente insufficienti, con il condimento messo sopra e il formaggio filante come in una pizza (!), non male invece al sapore la carbonara (buono il guanciale) ma con l'uovo colpevolmente stracotto, a mo' di frittata. Passiamo ai secondi ed ecco delle polpette di carne (un po' secche) servite con un sugo di pomodoro molto gustoso ed un pollo con i peperoni di un bianco pallido davvero inquietante per chi ha avuto la fortuna di crescere mangiando polli ruspanti. Discreta chiusura con il tiramisù e la zuppa inglese (meglio il primo), ma non sufficiente a risollevare le sorti di un’esperienza nel complesso totalmente insufficiente.

Hostaria Romanesca
Campo de' Fiori 40
06 68 24 684
Chiuso: lunedì
Prezzo medio: 24 euro

www.romanelpiatto.it