ENOGASTRONOMIA - 18/04/2007

Ristoranti: "Il cortile"

DI SIMONE CARGIANI

“Il Cortile - Hostaria con griglia”...se le parole hanno la loro importanza, e credo che tutti noi (io che scrivo, e voi che leggete) concordiamo sulla veridicità di questa affermazione, bisognerebbe utilizzarle facendo attenzione. Mi riferisco, non tanto a “Cortile” e nemmeno a “griglia”, ma bensì a “Hostaria”, che suppongo non a caso sia stato scritto con la “H” iniziale e con la “a” che non ha ceduto il proprio posto alla moderna “e”. Le parole creano immagini e aspettative, alimentate dalla cultura e dalla tradizione. Purtroppo le rappresentazioni mentali possono essere messe in discussione dalle percezioni legate ai nostri sensi, che, per quanto discutibili per la loro soggettività, si fondano sulla concretezza dell’incontro con l’oggetto, nel nostro caso specifico: un ristorante e la sua cucina. Il locale, forse, esageratamente grande, gremito di tavoli, si sviluppa su due piani. Un buffet a base di verdure accoglie gli ospiti, accanto, in dolce attesa, il carrello dei dolci. La sensazione che traspira dalle bianche pareti è un po’ di freddezza e di impersonalità. Il menù ampio ma di lettura poco fluida, presenta numerosi piatti sia di mare che di terra, e non manca la sezione dedicata alla griglia. Per iniziare la nostra avventura gustativa, abbiamo scelto il carciofo alla giudia, che nel complesso è risultato discretamente eseguito; ma la delusione era lì, dietro l’angolo, in silente riposo. Scorrendo l’elenco dei primi piatti, la nostra attenzione è stata richiamata dalle trofie con asparagi e zafferano, non sapendo resistere a questa spezia dai natali stranieri, e, successivamente, dai paccheri con salsiccia e broccoletti, per avvicinarci, nuovamente, al solco tracciato dalla tradizione. Le trofie: disparati asparagi, sembravano fossero finiti lì per sbaglio, dello zafferano, un sentore lontano, come un ricordo soffuso; al loro posto, un elemento inaspettato, l’uovo, a ricoprire, nemmeno troppo delicatamente, ogni altro sapore. Di nessun conforto i paccheri affogati nell’olio, dal condimento slegato, insipido, risultato di una preparazione imprecisa e frettolosa. Con le papille gustative mortificate, abbiamo aspettato l’arrivo dei secondi piatti. La nostra romanità ci ha guidato verso due portate semplici e familiari: saltimbocca alla romana, e un piatto di lesso servito con salsa verde. Sorvolando sull’aspetto triste e demoralizzante delle pietanze, siamo rimasti sorpresi e sconcertati dalla preparazione insolita dei primi: fettine di vitella, non sufficientemente sottili, infarinate, cotte nel limone, alle quali erano state sovrapposte fettine di prosciutto, assenti ingiustificati: la salvia e lo stecchino! La carne che componeva il lesso era marmorea e nervosa , adatta forse più per ottenere il brodo...la salsa, insapore. Per concludere la cena, abbiamo cercato rifugio in una parola rassicurante: tiramisù. L’impresa era titanica, e il dessert non all’altezza, ma probabilmente meno sconfortante del resto.

Il cortile
Via Alberto Mario, 26 (Monteverde vecchio)
06 5803433
Chiuso: domenica sera e lunedì
Prezzo medio: 37 euro