ENOGASTRONOMIA - 16/02/2007

Ristoranti: "Bucavino"

DI SIMONE CARGIANI

Mangiare fuori, per il sottoscritto, è un lavoro così come scriverne successivamente il resoconto. “Bel lavoro”, direte voi, ed in effetti lo è; ma come tutti i lavori alla fine ha un aspetto routinario e quando ci si trova a scrivere la recensione su un ristorante qualche volta, come è legittimo che sia, subentra un po’ di noia. Per fortuna, però, ci sono dei ristoratori che ti riaccendono come per magia la passione per la scrittura… Alcuni lo fanno in positivo facendoti vivere un’esperienza unica che non vedi l’ora di raccontare, altri invece in negativo, dove per il trattamento ricevuto sei contento di poter narrare al Mondo quello che ti è successo. Nel caso del ristorante in questione, la prima bozza di recensione, successivamente smussata il giorno dopo a mente fredda..., l’ho scritta alle 3 e 30 del mattino, appena rientrato in casa! Ma veniamo ai fatti. Entriamo nel locale ricavato in un seminterrato di un bel palazzo del quartiere Salario e rimaniamo colpiti in positivo dall’ambiente accogliente, informale e caldo, da vera hostaria, come si definiscono loro; certo, la sala fumatori separata dall’altra solo da un archetto senza porta fa pensare, ma non siamo pignoli, ci siamo detti. "Volete ordinare?" ci chiede una graziosa e simpatica cameriera, "in realtà vorremmo il menù" facciamo noi. "Il menù è la mia voce, qui è tradizione così". Inizia così un'esperienza che se per quanto riguarda la cucina possiamo definirla sufficiente, per altri aspetti è stata, ad essere buoni, imbarazzante... Premesso che all’ingresso non c’è un menù affisso, questo comportamento ci ha costretto ad ordinare senza conoscere ex ante i prezzi. In una trattoria dove alla fine spendo 25 euro lo posso anche accettare, ma in un posto dove mi ritroverò nel conto un filetto al barolo a 19 euro, proprio no. Stesso discorso per il vino… In un ristorante con questo nome ci saremmo aspettati una lista ricca, mentre le etichette, ovviamente elencate a voce…, erano solamente 3. Ce ne viene proposta una che solo in seguito a nostra esplicita richiesta veniamo a sapere che costa 35 euro, ne scegliamo un’altra da 17, comunque ricaricata eccessivamente rispetto ai prezzi in enoteca. Venendo alla cena, se isolassimo la cucina da tutto il resto, il semaforo sarebbe stato giallo. Siamo infatti partiti con un buon fritto vegetale (asciutto e croccante) e una convincente mozzarella di bufala. Per proseguire dei discreti rigatoni alla carbonara, giustamente cremosi ma con il guanciale tagliato troppo sottile, e dei tonnarelli cacio e pepe mantecati con olio (…) e nonostante questo un po’ secchi. Sempre nell’area della sufficienza il petto di pollo all’aceto balsamico, mentre il filetto al barolo, quello da 19 euro..., era disastroso e non per la qualità della carne; la sensazione che abbiamo avuto è che la salsa fosse già pronta e non ottenuta tramite riduzione del vino. Il risultato? Un piatto sciapo e spiccatamente acido. In chiusura una dimenticabile crema al mascarpone. Finita qui? Neanche per sogno. Ci portano il conto (102 euro in due scontati a 100: grazie) e andiamo per pagare con la carta di credito. "C'è scritto all'entrata che non le accettiamo e nemmeno il bancomat" ci è stato detto (tralasciando i commenti ad alta voce fatti dal proprietario con la cameriera “Mica te pago co’ a carta de credito!”)… In realtà non era proprio così, visto che la scritta, abbiamo verificato dopo, era riportata nell’altra sala su una lavagna che entrando non abbiamo notato. Sarebbe stato più semplice scriverlo nella porta, ma evidentemente l’input aziendale è quello di far entrare il cliente ed “allietarlo” con mille sorprese… Stupidi noi a pretendere di sapere prima i prezzi e i metodi di pagamento! Le situazioni già note sono noiose…e siccome venendo da Bucavino ormai sappiamo quello che ci aspetta, difficilmente ci rimetteremo piede...

Bucavino
Via Po 45A (Salario)
06 8848873
Chiuso: domenica
Prezzo medio: 41 euro

www.romanelpiatto.it