CINEMA - 30/01/2007

"Blood Diamond" di E. Zwick

DI FABIO PUCCI

Edward Zwick è un regista medicocre. E, ahinoi, questo è un dato di fatto.
Pochissimi i risultati decenti nella sua carriera ("glory"), decisamente troppi i lavori
fallimentari (vento di passioni, il coraggio della verità).
Ora Zwick, a distanza di 3 anni dall'"ultimo samurai", torna nelle sale con un prodotto interessante più per le presupposte tematiche (la difficilissma situazione africana nel 1999), che non per la messa in scena.
In effetti la regia di Zwick è piuttosto ordinaria, se si fa eccezione per qualche piccola scelta intelligente (come il non mostrare troppo esplicitamente la storia d'amore tra i due protagonisti o il riuscire ad evitare l'effetto "ricattatorio" in più di una situazione).
A salvare la situazione, comunque, ci pensa una bella fotografia, una superba interpretazione di Djimon Hounsou, una discreta prova di Di Caprio (assolutamente inferiore a quella di departed, per cui risulta abbastanza ingiustificata la sua candidatura all'oscar), una splendida Jennifer Connelly e alcuni momenti di sincera commozione.
Certo, una durata minore (due ora e 20 sono decisamente troppe) avrebbe giovato alla pellicola.
Intendiamoci,questo "blood diamond" non è un brutto film ma francamente sembrano abbastanza inspiegabili gli entusiasmi della critica americana.