CINEMA - 01/12/2006

"L'amico di famiglia" di P. Sorrentino

DI FABIO PUCCI

Con "l'uomo in più", Paolo Sorrentino si è rivelato uno degli autori italiani più interessanti in circolazione. Con "le conseguenze dell'amore" ha confermato il suo grandissimo talento.
Ora, questo "l'amico di famiglia" rappresenta una tappa importante nel percorso di "crescita" del nostro.
Il suo è ancora un cinema "da perfezionare" ma è un cinema "diverso" da quello che di solito si fa nel nostro paese. E' un cinema forse troppo attento al "formalismo" e forse a tratti anche pretenzioso. Ma quello di sorrentino è anche un cinema coraggioso,"vivo" e intelligente. E' un cinema fatto di dettagli, di suoni e di immagini (come troppo rararamente si vedono qui in Italia). Ed è un cinema fatto di personaggi.
Come per Titta di Girolamo del precedente film, qui assistiamo alla "descrizione" di Geremia "cuore d'oro" (un magistrale Giacomo Rizzo ), avido strozzino. Ma, soprattutto, triste e squallido individuo, che si accompagna ad un cowboy "sui generis" (interpretato da un grande Bentivolgio), e che non conosce il limite del male. Nel cast, una Laura Chiatti da infarto.
Ce ne fossero di più di Sorrentino... Un grande film.