CINEMA - 18/06/2008

"American Gangster" di R. Scott

DI FABIO PUCCI

Frank lucas è un uomo mite,gentile.è un uomo di sani principi e valori.Crede nella famiglia(porta ogni domenica sua madre in chiesa)e nel lavoro.
Frank Lucas è un boss della droga.
Richie Roberts è un uomo che ha resistito ad una grossa "tentazione",che probabilmente avrebbe corrotto la sua "anima".
è un padre e un marito assente,e conduce una vita piuttosto stregolata e apparentemente priva di valori.
Richie Roberts è un poliziotto.
Il criminale "cattivo" e il poliziotto "buono".Uno contro l'altro,accumunati dalla spasmodica ricerca dell'"onesta".
Chiudiamo gli occhi per un attimo.Pensiamo al regista.Dimentichiamo la non riuscita divagazione bucolico-romantica di "un'ottima annata" e l'incursione "testosteronica" nel fanta-peplum del "gladiatore".
Scordiamoci la noia imperante de "le crociate" o l'imbarazzante "hannibal".
Cancelliamo dalla mente l'osceno "soldato jane" e l'insulso "albatross".
è difficile,vero? Allora proviamo a pensarla in un altro modo.
Immaginiamo che questa lunga attesa fatta di anni,e soprattutto di film non più che dignitosi(fatta eccezione per "black rain")siano serviti a restituirci ,a 70 anni suonati,un Ridely Scott in forma smagliante.
Sembra infatti che Scott abbia ritrovato quella vena creativa del periodo d'oro.Quella del trittico"i duellanti/alien/blade runner".Quella che lo aveva consacrato alla storia del cinema come grande Autore.
Che questo "american gangster" sia un grandissimo film lo si capisce sin dalla prima elettrizzante sequenza,in cui Frank giustizia brutalmente un uomo.
Slow motion a ritmo di black music(con un altro magistrale utilizzo,dopo "jackie brown",di "across the110th street" di Womack),fotografia "sporca" stile'70 di Harris Savides,improvvise esplosioni di violenza,primi piani con sguardi "catturati" dietro le lenti dei rayban.
Stupisce la regia di Scott,bella e misurata e attenta ai personaggi come forse non mai(straordinari entrambi gli interpreti).
E l'ultima inquadratura(che qui non sveliamo)lascia letteralmente a bocca aperta.
Un "gangster movie" che,nonsostante la lunga durata(2 ore e 40),non cede mai il passo alla noia.
Teso,avvincente.A dir poco esaltante.
L'ormai "onnipresente" Pino Insegno doppia Washington meglio del Mortensen de "la promessa dell'assassino"(che Insegno abbia una bellissima voce è fuori discussione,ma che questa stia bene addosso al volto di qualsiasi attore/personaggio è cosa ancora da verificare).
American Gangster:cinema con la "c" maiuscola.