CINEMA - 02/05/2008

"The assassination of Jesse James" di A. Dominik

DI FABIO PUCCI

Il western classico non esiste più(o probabilmente non può esistere nel panorama cinematografico attuale).Ogni regola ha la sua eccezione.E in questo caso l'eccezione si chiama Costner(guardare per credere quel capolavoro di "Open Rage").
Tutti gli altri tentativi si sono dimostrati fallimentari.Poi ci sono quei registi che hanno fatto,e continuano a fare western camuffati da altro(horror,fantascenza o polizieschi).Come Carpenter,come Hill e ,con le dovute differenze,come Donner.
Infine ci sono gli "autori" che,come fece l'Altman de "i compari" e "buffalo bill e gli indiani" usano questo genere solo come puro pretesto per parlarci di altre tematiche.
"The assasination of jessie james" si collaca a metà strada tra l'epica del western puro e qualcosa di diverso(avvicinandosi di più alla seconda forma).
Detto questo,l'opera seconda di Andrew Dominik(già autore dell'inedito "chopper") pur essendo ambiziosa negli intenti e piuttosto tormentata nella realizzazione(il montaggio originale durava più di quattro ore,ridotto sucessivamente a due e quaranta) risulta essere incredibilmente affascinante.Echi del malinconico Peckinpah di "pat garret",e i toni crepuscolari de "Il pistolero" di Siegel.Ma soprattutto Malick.E infatti è proprio il cinema filosofico(e psicologico)del grande autore de "la sottile linea rossa" il modello di riferimento dichiarato da Dominik.
Questo lo si percepisce facilmente da come sa riprendere la natura(e per come sa catturarne i suoni),per come dirige gli attori(complesso e riuscitissimo il confronto tra Ford e James) e per l'uso intelligente e mai invasivo della voce off.Malickiano quindi,ma non una sterile imitazione.Perchè "the assassination of jessie james" è un ritratto poetico e appassionante di due uomini contrapposti e speculari.Andrew Dominik dimostra così di avere un talento inaspettato,costruendo delle inquadrature magnifiche ed emozionanti,e riuscendo a dirci qualcosa di nuovo,di insolito.
Come non citare l'incredibile assalto notturno al treno,la drammatica scena della rappresentazione teatrale,o la tesa e sofferta sequenza dell'assassinio di James.
Attraverso l'ossessione di Ford per il celebre bandito,un percorso verso l'(auto)distruzione e la consapevolezza di
un'inevitabile fine(la morte),Dominik (de)costruisce il mito e ci regala uno dei film più belli del 2007.
E certo,si fa fatica a credere che i produttori dell'opera siano i fratelli Scott,fautori di un cinema frenetico e fracassone(soprattutto Tony)completamente all'opposto di questo ,lento(attenzione, non pesante!) e ipnotico.
Brad Pitt,che ha creduto fortemente nel progetto,non è bravo come in "babel" ma risulta funzionale al ruolo.Notevole invece la prova di Casey Affleck che,a differenza del fratello Ben,sa recitare.
Si respira aria di cinema con la "c" maiuscola.Grazie anche alla splendida fotografia Roger Deakins, e una straordinaria colonna sonora dell'immenso Nick Cave(che compare in una cameo assolutamente geniale).
In attesa di vedere il sogno del minotauro immerso nel liquido amniotico(queste le voci di corridoio per il prossimo film di Malick) gustiamoci questo"the assassination of jessie james".