CINEMA - 10/11/2006

"The Black Book" di P. Verhoeven

FABIO PUCCI (FABIO PUCCI)

Strano autore Paul Verhoeven. I suoi primi lavori olandesi sono caratterizzati da tematiche torbide, ossessive e da un uso smodato di sesso e violenza (rappresentata senza troppi filtri).
Poi arriva in America, dove reinventa la fantascenza (robocop, atto di forza),
e dove confeziona pessimi blockbuster (basic instinct).
Ora, dopo tanti anni, il regista torna a girare in patria dove realizza non solo il suo film più bello e "maturo" ma un vero capolavoro.
Senza abbandonare gli elementi tipici del suo cinema, Verhoeven ci regala un racconto (quello di una spia ebrea infiltrata in una base nazista per cercare di salvare i suoi compagni di resistenza), teso ed autenticamente emozionante. E, soprattutto, ci regala uno splendido ritratto femminile (la bellisisma Carice Van Houten è una rivelazione).
Numerose sequenze da antologia per un film duro, carnale, "esemplare".