CINEMA - 10/07/2007

"Grindhouse - Deathproof" di Q. Tarantino

DI FABIO PUCCI

Gli anni' 70 vivono ancora!
Questo sembra essere uno degli assunti di base di tutta l'opera dello stupefacente Tarantino.
E sono propio gli anni 70 che irrompono prepotentemente nel cinema (nella realtà) di "oggi". Proprio come le Dodge che si immettono dell'autostrada percorsa da macchine "moderne" nella grandissima scena di inseguimento (per chi scrive, letteralmente da antologia!) nel finale di "a prova di morte".
Questa parte del progetto grindhouse (l'altra metà, "planet terror" è diretta da Rodriguez) sembra essere una strana macchina del tempo in cui "vecchio" e "nuovo" convivono e talvolta cozzano tra di loro.
Ecco quindi vedere bar con giradischi da cui escono note dei t-rex di Bolan (solo un nome tra i tanti di una strepitosa colonna sonora) e contemporanemante notare anche l'utilizzo da parte dei protagonisti di i-pod e cellulari.
E ovviamente,consocendo il nostro, citazioni cinefile a go-go. Si tira in ballo il cinema dei drive-in, i famosi b-movies. C'è aria di Gordon Lewis o del geniale Russ Mayer. C'è il "poliziottesco" tanto amato dal regista. Ma anche De Palma (con "rimandi" musicali ai suoi film) e Hooper.
E Carpenter. E c'è l'icona "carpenteriana" per eccellenza: Kurt-jena plinken-Russell. Lo stunt-man Mike di Russell più "perfetto" di così non poteva essere.
Diviso idealmente in due parti. Una prima più notturna, con salti di pellicola e un "cattivo" che la fa da padrone. Una seconda più "solare", con salti di colore, una Rosario Dawson sempre più bella e i ruoli che vengono abilmente ribaltati.
Tutta già visto? Forse sì, ma la vitalità e l'energia sprigionata dalla pellicola non possono passare inosservate. Qualche critico ha detto che Tarantino non fa altro che copiare. Non si potrebbe essere meno d'accordo.
Tarantino non copia, reinventa. E lo fa alla grande. Allungato di venti minuti rispetto alla versione originale, "death proof" è ironico, divertente, sensuale, adrenalinico e assolutamente da non perdere.