CINEMA - 15/06/2007

"Spider-man 3" di S. Raimi

DI FABIO PUCCI

New York. L'"amichevole uomo ragno di quartiere" vola con la sua ragnatela tra i grattacieli della metropoli. Ma è solo un video.
E a guardarlo, piuttosto compiaciuto, c'è Peter Parker. Sorride ed è pieno di sè nel vedere quanto i cittadini amino il suo alter ego. Ormai è diventato un'"icona".
Tutto sembra andare (apparentemente) per il meglio. Ma presto arrivano i problemi: al suo personale (e falso) "successo" come eroe corrisponde l'"insucesso" (reale) come attrice della sua MJ.
Quindi, ecco incomprensioni. E dubbi e incertezze sul "futuro".
E come se non bastasse, si scopre la vera identità di chi uccise lo zio Ben, alimentando l'odio e il desiderio di vendetta in Peter.
Così inizia il terzo episodio di uno dei personaggi marvel più amati di sempre.
Raimi ha dichiarato di aver voluto fare, attraverso questo film, una grande lezione sul perdono. Piuttosto ambizioso come proposito.
Fortunatamente il papà de "la casa" è dotato di molta (auto)ironia.
Diciamo subito: "Spidey3" è un bel film. E francamente l'accanimento di gran parte della critica nei confronti di questa terza avventura dell'arrampicamuri appare abbastanza ingiustificato. Certo l'attesa è stata grande e le aspettative ancora di più. Sicuramente questo episodio non ha nè il tocco leggero del primo spiderman nè la perfezione narrativa raggiunta col secondo.
Eppure, malgrado alcuni problemi che affliggono la pellicola, a partire da una sceneggiatura non proprio oliatissima (stavolta scritta dallo stesso Raimi insieme al fratello), "spidey3" è meno superficiale di quanto possa sembrare ad un primo impatto. E risulta comunque godibile non solo per i fan del fumetto.
Il merito va proprio a Sam Raimi che, giocando sulle "moltiplicazioni", riesce a passare da toni comici a toni drammatici con una disinvoltura invidiabile (basti vedere la scena nel locale jazz o quella nel ristorante francese per rendersene conto).
Eppoi, quando decide di "cazzeggiare", come nella scena del balletto durante la "possessione" del lato oscuro o nelle sporadiche incursioni "horror", rivela tutto il suo genio.
Probabilmente tre supernemici sono troppi e questo non può far altro che farci rimpiangere lo shakespeariano doc-Alfred Molina-octopus della puntata predente.
E probabilmente ci sono anche troppi personaggi (anche se solo in apparenza superflui, perchè guardando meglio ci si accorge che ognuno ha una precisa funzione "simbolica" all'interno della storia).
In ogni caso, non possiamo sorvolare sul grandissmo impianto visivo che lo zio Sam mette in piedi (e non è assolutamente merito degli effetti speciali, per quanto incredibili), regalandoci due ore e mezza di grande(ed intelligente) intattenimento. Ma soprattutto riuscendo ad emozionare in più di un'occassione (come nella bellissima e commovente sequenza della nascita dell'uomo sabbia o come quando Parker "ritrova" il suo costume rosso). Scusate, ma non è poco!
Per questo chi scrive, rimanendo in tema, sente di perdonare a Raimi tutte le ingenuità presenti nella pellicola. Nella vita si può anche sbagliare ma c'è sempre una possibiltà di "riparare".
L'uomo ragno vola ancora alto.