CINEMA - 23/03/2007

"300" di Z. Snyder

DI BORIS SOLLAZZO

480 avanti Cristo: Sparta si gioca la partita della vita. Ma in inferiorità numerica: l’arbitro (l’oracolo) si è venduto agli avversari, i Persiani. Così il capitano-re Leonida, un Gerard Butler duro e puro che neanche Materazzi, prende 300 concittadini ariani e fieri per sconfiggere migliaia di mostri arabi e laidi. Feroci, viziosi e pure sleali, praticamente juventini. E infatti ad aiutarli non è il Fato, ma un gobbo deforme (appunto). Zack Snider, giovane di belle speranze, è il regista-allenatore di 300, epica battaglia, ispirata più che alla Storia all’omonimo fumetto di Frank Miller, disegnatore sopraffino, anarchico, un po’ pazzo, qui non al meglio. Ecco che così è servito un polpettone saturo di colori e pregiudizi, superomistico ed eccessivo. Ad abbassare l’irritante livello di testosterone nemmeno (anzi) la bellissima Regina Gorgo (Lena Headey), più realista e maschilista del re. Non per dare ragione agli iraniani – la Persia era una cosa seria, altro che questi ayatollah ottusi come i nemici che combattono-, ma il tutto è anche impregnato da elementari e razziste metafore del presente. Non a caso gli Usa premiano questo cine-videogioco al box office.