CHIOCCIOLA - 3/10/2008

Femminista indignata che vuole ringraziarti

DI MICAELA

Ciao,

non è un caso che io abbia deciso di scriverti proprio oggi, giornata internazionale della donna, sono indignata da quello che è successo, sono indignata dal comportamento di certe “femministe” e dalla loro idiozia! Forse sto usando toni troppo forti però credo che tu possa capirmi visto che ti sei trovato in mezzo a questa situazione.

Sono donna e vivo ogni giorno il maschilismo, alcune volte nascosto e subdolo, altre volte diretto e palese, lo combatto ogni giorno, combatto i condizionamenti sociali che vengono imposti dall’educazione che chi più chi meno tutti riceviamo. Gli stessi condizionamenti che mettono in discussione la 194, gli stessi condizionamenti che impediscono il raggiungimento del quorum al referendum sulla procreazione assistita e tanti tanti altri casi che suppongo anche tu ben conosca.

Sinceramente mi sono sforzata di capire cosa potesse aver offeso queste donne, ma, malgrado io mi ci sia impegnata molto, ti giuro non sono riuscita a capirlo, era evidente e palese che fosse uno scherzo, che fosse lo stesso identico gioco su cui si basa la satira, la più classica esasperazione dei toni, tecnica utilizzata sin dal medioevo dai giullari di corte. È chiaro che nell’ultimo periodo in Italia siamo disabituati alla satira, ma credevo che almeno certi “ambienti” non avessero perso la familiarità a tale gioco.

Ho sentito quando “mi hai dato della troia” e posso dirti che ero quasi tentata di risponderti con qualcosa tipo “beh tranne mamma e sorelle no?!” . Forse il problema principale è la mancanza di ironia e anche autoironia, se gran parte del movimento femminista fosse riuscito ad “aprirsi al mondo” con un dialogo ironico e dissacrante magari molti problemi sarebbero superati, per “educare” e scardinare i retaggi culturali è indispensabile la satira, l’ironia e il sano e buon vecchio spirito dissacratore (“una risata vi seppellirà”). Trovo decisamente controproducente invece le pratiche ormai decisamente vetero del chiudersi dentro quattro mura a urlare contro il “potere del maschio”. Ci vogliono momenti di presa di coscienza destinati a sole donne ma ritengo NECESSARIO smetterla con questa visione del “maschio nemico”. E temo che l’equivoco nel quale tu sei incappato nasce proprio da questa visione del maschio nemico dal quale aspettarsi solo qualcosa di negativo.

Sinceramente non mi ha né indignato né offeso il tuo “le donne sono tutte troie” mi indigna e mi offende la loro reazione, la loro incapacità di riderci su e di leggere la frase con uno sguardo più ampio, contestualizzarla alla critica al film di Pieraccioni (e complimenti per averla fatta! Sei uno dei pochi che ha dimostrato la sensibilità di dare una lettura femminile al film) e legarla allo stile dissacrante ed ironico.

Per quanto mi riguarda mi sento di ringraziarti per aver criticato il film di Pieraccioni, per aver “esasperato” la cosa e accettato lo scherzo proposto dagli ascoltatori, e averci scherzato su, personalmente mi sento di dirti che è molto più utile a distruggere i retaggi di una società maschilista e patriarcale, questo atteggiamento che dei cani che abbaiano ad ogni brezza di vento estivo.

Ciao

Una persona, una donna, una femminista.

Micaela