PRIMA PAGINA - 28/02/2013

Non voto

DI PAOLO NORI


Le cose che avevo sentito e che mi avevano fatto agitare erano due, la prima, che bisognava educare e dar dei valori, ai bambini, la seconda, che quelli che non vanno a votare tolgono un diritto anche a quelli che ci vanno. [...]
Quando ai diritti, ho detto là a Reggio Emilia, io sentendo gli interventi precedenti mi son reso conto che vi devo chiedere scusa perché ho sentito dire che chi non va a votare priva del diritto di andarci anche tutti gli altri e io, scusatemi, sono vent’anni che sto a casa, quindi sono vent’anni che privo la gente dei loro diritti, e io pensavo, e vi confesso, penso ancora, ho detto là a Reggio Emilia, che fosse e che sia un mio diritto, stare a casa, e devo dire, scusatemi, che da quando, vent’anni fa, ho smesso di credere che qualcuno che andrà in parlamento farà il mio bene, da quando ho cominciato a pensare che il mio bene era bene non delegarlo a nessuno farlo da solo, e che la politica non è una cosa che si fa una volta ogni cinque anni quando si va a votare, ma che la politica si fa tutti i giorni, e che è politica il modo in cui si parla, il modo in cui ci mi muove, che è politica il grado di gentilezza con cui si parla coi propri figli, e coi proprio genitori