PRIMA PAGINA - 27/10/2011

Go back, idiots!

DI ALESSANDRO SCOCCIA PAPPAGALLO

Questo articolo è una risposta a: http://www.emiliopappagallo.it/page.primapagina.asp?showId=497

Ho appena finito di leggere un imbarazzante articolo contro la presunta veg-cultura quando una zanzara mi si posa sulla mano. La guardo e mentre inizia a consumare il suo laudo pasto decido di parlarle un po’, che io odio pranzare senza qualcuno che parla vicino a me, magari fa piacere anche a lei. Così inizio a spiegarle che tra le file delle neo-fobie di questo secolo si è aggiunto un nuovo elemento: la vegfobia. E chi sono i portatori di questo movimento? Sempre loro, gli anti-alternativi. Che poi è solo ridondanza semantica perché per queste persone esisteva già una parola, “idiota”, non era neanche troppo difficile da ricordare, solamente sei lettere. E se tu a questi idioti, che controvento puzzano gli ignoranza lontano chilometri, provi a spiegargli che l’antispecismo non è pensare che non esistano le specie (così come l’antirazzismo non è pensare che non esistano le razze), ma semplicemente pensare che fare parte di una determinata specie non dovrebbe darti il diritto di vessare le altre, questi ti guardano con un’espressione, manco gli stessi spiegando la Congettura di Poincaré. Che poi, se proprio leggere un libro per intero si configurasse come un compito eccessivamente arduo, basterebbe leggere le prime righe della pagina Wikipedia dell’antispecismo. E pensare che solo un anno fa questo nutrito gruppo, quello degli idioti alternativi/anti-alternativi (che poi sono praticamente la stessa cosa), faceva a gara per sbatterti in faccia una citazione presa ad occhi chiusi da Wikipedia. Adesso neanche più quello. Altro che evoluzione naturale.

Che poi, continuo spiegando alla zanzara ormai per metà gonfia del mio sangue, certi idioti si arrabbiano se tu dici che sei a favore dell’antispecismo ma odi la maggior parte degli essere umani. Ma se uno, come me, non sopporta gli idioti ed ha un minimo di conoscenza statistica (poca roba, basta arrivare alla distribuzione gaussiana) è difficile poter dire il contrario. Ma siccome gli idioti sono il peggio di questa società, e al peggio non c’è mai fine, gli idioti riescono spesso a trovare qualcuno più idiota di loro, i super-idioti. E cerca che ti ricerca alla fine trovi anche un super-idiota vegano che dà fuoco ad un mattatoio in preda ad allucinazioni eco-vegan-terroristiche. E allora loro prendono questo caso umano e me lo sbattono in faccia, quasi come se il mio non mangiare carne avesse intellettualmente finanziato tutta questa follia. Ma a me cosa cazzo dovrebbe fregarmene di questo povero stronzo? Per me, parafrasando lo storico incipit di Anna Karenina “gli idioti si assomigliano (tutti), ogni persona intelligente è invece intelligente a modo suo”. E così un idiota vegetariano assomiglia più ad un idiota carnivoro che ad un vegetariano intelligente. Ecco, in questo fortunatamente sono anti-razzista: gli idioti mi stanno sul cazzo tutti allo stesso modo, indipendentemente da quello che mangiano. Anzi, forse l’unico motivo per cui preferisco gli idioti vegetariani è che almeno loro non mi fanno perdere tempo con quelle domande del cazzo, che quando dico che sono vegetariano mi chiedono tutti le stesse cose, manco si fossero messi d’accordo, “da dove le prendi le proteine”, “che tipo di scarpe indossi” e la domanda più imbecille del secolo “ma il pesce lo mangi, vero?”.

Ma c’è di peggio, spiego ancora alla zanzara ormai completamente satura del mio sangue, che spesso questi idioti, in un climax ascendente di imbarazzante imbecillità, iniziano anche a parlare di alimentazione e se la prendono con i vegetariani/vegani, ma mica perché pensano che il vegetarismo sia sbagliato, semplicemente perché hanno conosciuto un paio di vegetariani che erano coglioni e così applicano un po’ di logica induttiva alla rinfusa. E come se non bastasse, alcuni sommi ambasciatori di questo movimento, si permettono anche di infilare la parola “Scienza” nei loro discorsi. Poi magari tu gli citi una pubblicazione di Winston John Craig per il “Nutrition in Clinical Practice (2010) dal titolo “Nutrition Concerns and Health Effects of Vegetarian Diets” che mostra come i vegetariani abbiamo livelli di grasso corporeo, livelli di colesterolo, probabilità di avere un infarto, probabilità di avere un diabete di tipo 2 sensibilmente più bassi dei carnivori oppure uno studio di Tavani et al. (pubblicato su IJC, 2000) che mette in risalto come i carnivori abbiano maggiori probabilità di contrarre il cancro, ma a loro non interessa mica, loro su Focus hanno letto il contrario, e “Focus è un giornale d’onore” (scomodando, dopo Tolstoj, anche Shakespeare).

Che poi, ad essere sinceri, a me del cancro non frega un cazzo, figuriamoci, fumo un pacchetto di sigarette al giorno. I motivi del mio vegetarismo sono ben altri. Mi piacciono gli animali, vederli soffrire per avere una bistecca nel piatto mi sembra stupido. Noi occidentali possiamo farne a meno. E non mi sembra difficile rilevare una certa incongruenza in chi dorme con i propri cani e vorrebbe ammazzare ogni cinese mangia-gatti, ma poi uccide tranquillamente una mucca da qualche parte nel pianeta per poter avere filetto a cena. E prima che qualcuno possa pensare che io sia un difensore dell’idea “tutti gli animali sono uguali”, ve lo dico subito, vi sbagliate. E’ esattamente il contrario. Per me gli esseri umani, almeno quelli intelligenti, non sono animali come tutti gli altri. Ed è proprio per questo che non dovrebbero valere su di noi le regole che caratterizzano il mondo delle bestie. A fanculo la catena alimentare. Gli animali usano il sesso per procreare, noi abbiamo inventato l’erotismo. Gli animali usano l’esercizio fisico per mantenersi in salute, noi abbiamo inventato lo sport. E perché dovremmo invece accettare in maniera preconcetta l’etica e l’alimentazione che la selezione darwiniana fino ad oggi ci ha cucito addosso? Io dico: chi decide di mantenere il proprio posto nella catena alimentare perché tutti gli animali fanno altrettanto merita di essere trattato/a come tutti gli altri animali e come tutti gli altri animali dovrebbe comportarsi.